Assange e il penoso silenzio dei maggiordomi del mainstream
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Con un’azione senza precedenti nella storia un gruppo di lavoro composto da 20 parlamentari inglesi di diverse aree politiche ha redatto e consegnato personalmente una lettera al direttore del carcere di massima sicurezza di Belmarsh dove è tuttora detenuto, a dispetto non soltanto della legge ma dello stato di diritto, il giornalista investigativo australiano, fondatore di Wikileaks, Julian Assange.
“Il ministro della Giustizia britannico, Robert Buckland, e il direttore del carcere, Rob Davis, devono cambiare atteggiamento e impedire ulteriori ritardi” ha dichiarato Richard Burgon, coordinatore del gruppo parlamentare di lavoro ed ex membro del governo ombra di Jeremy Corbyn. “Il caso di Assange ha profonde implicazioni con il futuro della libertà di stampa e di parola nel Regno Unito e con le leggi sull’estradizione fra Stati Uniti e Inghilterra”, ha poi aggiunto Burgon. Nessuna risposta, per ora, è arrivata, né dalla direzione del carcere né tantomeno dal ministero della Giustizia.
Soltanto pochi giorni fa uno dei testimoni chiave delle accuse mosse dal Dipartimento di Stato contro Julian Assange ha confessato di aver inventato ogni singola parola della testimonianza rilasciata nel regio tribunale britannico. “Le autorità statunitensi hanno cercato di tessere una tela in Islanda per catturare Assange”, ha meglio specificato il testimone dell’accusa.
Le ultime notizie dirette, provenienti dal giornalista simbolo della libertà di stampa provengono dalla compagna, Stella Moris che, il 20 giugno scorso, dopo 8 mesi di attesa, ha potuto far visita al giornalista insieme ai due figli piccoli. “Julian non ha visto i suoi figli per 7 mesi mentre aumentano i problemi di salute dovuti all’isolamento“, ha scritto sul profilo Twitter la Moris.
L’ex informatore dell’NSA adesso rifugiato politico in Russia, Edward Snowden, ha fortemente criticato il presidente Joe Biden per l’ipocrisia con cui sostiene di difendere la libertà di stampa. “Da una parte vuole rinchiudere a vita Assange in una prigione statunitense e dall’altra dice di voler promuovere la libertà di stampa e la protezione dei giornalisti”, ha fatto notare Snowden dalla Russia.
Dai giornalisti stipendiati dal mainstream, intanto, resta il penoso mutismo di chi non ha il coraggio di parlare
☀️ A cura di Margherita Furlan
☀️ Con la collaborazione di Jeff Hoffman, Gianmarco Maotini, Fabio Belli, Gionata Chatillard
☀️ Editing di Mattia Di Nunzio
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