di Jeff Hoffman
Oltre il 4% dei decessi registrati nel Canada sono imputabili all’eutanasia. Nell’annus horribilis 2022, il suicidio medicalmente assistito ha riguardato 13.241 decessi, con un tasso di crescita del 31,12% rispetto al 2021.
Ciò che il rapporto canadese non dice è che nel 2022 il governo guidato da Justin Trudeau ha voluto allargare l’odiosa pratica definita “Medical assistance in dying” ai malati psichiatrici di ogni genere ed età, consentendo anche ai minori di essere soppressi dai medici statali senza il consenso dei loro genitori.
La buona notizia è che il governo canadese ha dovuto congelare temporaneamente le nuove disposizioni nel campo della cultura della morte in quanto i medici, in particolare gli psichiatri, si stanno dichiarando obiettori di coscienza.
La via canadese dell’eutanasia è stata aperta nel 2015, quando la Corte Suprema dichiarò che vietare il suicidio assistito avrebbe privato le persone della loro dignità e autonomia, ma è stata poi ampliata a persone non affette da malattie terminali come la depressione.
Stando ai sondaggi si direbbe che almeno un quarto dei canadesi sia favorevole all’eutanasia per poveri e senzatett. In questo mondo libero, dunque, il suicidio assistito tramite farmaci è legale anche in Colombia, Lussemburgo, Nuova Zelanda, Spagna diversi stati dell’Australia e degli Stati Uniti d’America. Nei Paesi Bassi, inoltre, il suicidio è possibile a partire dai 12 anni, mentre in Belgio non vi sono limiti di età.
Sempre in Canada tanto è celebrata la parola libertà che i minori, oltre a poter scegliere senza il consenso dei genitori se vivere o morire, a 14 anni possono anche decidere se cambiare sesso e assumere terapie ormonali.
D’altro canto il Canada è quel paese che permette ai genitori, in caso di incertezza, di non registrare all’anagrafe il sesso del nascituro che, privo di identità, sarà quindi libero di suicidarsi a norma di legge.
Dalla sacralità della vita all’adorazione della morte