di Jeff Hoffman
E’ fissato per giovedì 21 marzo l’incontro voluto dal ministro dell’Università Anna Maria Bernini con i rettori degli atenei italiani. Tema dell’incontro: misure di sicurezza all’interno delle università e possibile presenza di forze dell’ordine negli atenei.
A motivare l’emergenza sarebbero state le contestazioni degli studenti universitari napoletani di venerdi 15 marzo contro il direttore del quotidiano Repubblica, Maurizio Molinari, accusato dai giovani di complicità nel genocidio dei palestinesi di Gaza.
“Abbiamo fermamente condannato gli episodi di intolleranza che hanno visto come vittime David Parenzo e Maurizio Molinari in due università italiane”, ha dichiarato la ministra Bernini intervistata dal quotidiano La Stampa.
E’ tuttavia noto che il Disegno di Legge proposto dalla Lega di Matteo Salvini con l’aiuto dell’Associazione Italia-Israele contro l’antisemitismo sia datato 30 gennaio 2024, confermando così un piano dell’esecutivo antecedente ai fatti di Napoli e volto a stringere le maglie del controllo all’interno degli atenei italiani. “Disposizioni per l’adozione della definizione operativa di antisemitismo, nonché per il contrasto agli atti di antisemitismo”, è il titolo del DDL firmato dalla lega a fine gennaio.
Infatti, stando alle solite “indiscrezioni” del Corriere della Sera, il governo starebbe ipotizzando misure di sicurezza più stringenti sugli ingressi nelle aule dove si svolgeranno conferenze, che da ora in avanti potrebbero essere attenzionate da Prefettura e Questura.
“Un eccesso di tolleranza verso le contestazioni potrebbe portare a rischi terroristici nel Paese” ha infatti spiegato l’esperto ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida, fresco dalle merende con gli agricoltori in protesta caduti nella trappola istituzionale.
“Non prendere provvedimenti contro episodi come quello di Napoli in passato ha portato al terrorismo, ha aggiunto Lollobrigida nominando Aldo Moro “che, con il suo sacrificio, creò un allarme democratico talmente ampio che ci permise di sconfiggere quel fenomeno brutale che è l’eversione e il terrorismo”, ha concluso il ministro recitando fino in fondo la parte a lui assegnata.
Ciò che i grandi giornali non dicono è che a protestare contro la deriva israeliana non ci sono soltanto gli studenti ma anche 1300 accademici che hanno sottoscritto una lettera indirizzata al ministero degli Affari Esteri chiedendo un completo stop agli accordi di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica in vigore con Israele. Lettera accompagnata da un documento siglato da quasi 5 mila docenti universitari che già a novembre avevano chiesto il boicottaggio di Israele.