di Margherita Furlan
Domenica 21 luglio sono stati pubblicati in Cina gli attesi due documenti finali del terzo plenum, la “Risoluzione del Comitato Centrale sull’approfondimento delle riforme e l’avanzamento della modernizzazione cinese” e la spiegazione di Xi Jinping. Si conferma la sensazione derivante dal comunicato di giovedì scorso: la sessione plenaria del XX Comitato centrale consolida un processo già avviato, piuttosto che operare grandi riforme. L’aumento dell’età media della popolazione e il rallentamento della crescita economica le maggiori preoccupazioni affrontate.
La Banca centrale cinese ha deciso a sorpresa di tagliare due tassi chiave con l’obiettivo di sostenere l’economia. Il tasso a un anno, punto di riferimento per i tassi più vantaggiosi che le banche possono offrire alle imprese e alle famiglie, è stato ridotto dal 3,45% al 3,35%. Il tasso a cinque anni, riferimento per i mutui ipotecari, è stato abbassato dal 3,95% al 3,85%.
La leadership cinese intende intende inoltre aumentare l’età pensionabile in modo “volontario e flessibile” per contrastare le conseguenze del rapido invecchiamento della popolazione. Da tempo la leadership suggerisce di aumentare l’età pensionabile, ad oggi fissata a 60 anni per gli uomini, 55 per le donne che fanno lavori da “colletto bianco” e 50 per le operaie. Ma la misura potrebbe essere accolta in maniera diversa a seconda del tipo di impiego.