di Fabio Belli
Gli Stati Uniti hanno sequestrato l’aereo del presidente venezuelano, Nicolás Maduro, nella Repubblica Dominicana.
Secondo la versione del Dipartimento di Giustizia statunitense, il velivolo, intestato a un privato, sarebbe stato acquistato illegalmente per 13 milioni di dollari attraverso una società di comodo e portato in Venezuela per essere utilizzato da Maduro. Una volta accertate le presunte violazioni delle sanzioni statunitensi, l’aereo è stato dirottato nello Stato della Florida.
Secondo quanto affermato dal presidente della Repubblica Dominicana, Luis Abinader, l’aereo si trovava nello stato caraibico per motivi di manutenzione e il 22 maggio il Pubblico Ministero del Paese ne aveva disposto il fermo.
“Abbiamo ricevuto una nuova ordinanza del Tribunale che autorizza la consegna dell’aereo allo Stato richiedente, cioè agli Stati Uniti”, ha dichiarato il 2 settembre il ministro degli Esteri dominicano, Roberto Álvarez.
Il Venezuela ha così condannato il sequestro del velivolo presidenziale come atto di pirateria da parte di Washington.
“Gli Stati Uniti hanno commesso ancora una volta un atto criminale”, si legge nel comunicato pubblicato dal Ministero venezuelano delle Comunicazioni, che accusa Washington di aver “dimostrato di usare il proprio potere economico e militare per intimidire e fare pressione su Stati come la Repubblica Dominicana affinché diventino complici di atti criminali”.
Sulla questione si è pronunciata ironicamente anche la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, secondo cui è possibile che “gli americani metteranno Guaidò o Guaidò n. 2 su questo aereo e ricominceranno a portarlo in giro per il mondo, presentandolo come presidente del Venezuela”.
Nel 2022 un Boeing 747, appartenente alla compagnia venezuelana Emtrasur, fu sequestrato all’aeroporto argentino di Ezeiza per poi subire la stessa sorte, ovvero il trasferimento in Florida.