di Jeff Hoffman
Pechino ha aperto le porte ai fondi di investimento esteri eliminando gran parte delle restrizioni nel settore manifatturiero e avviando un progetto pilota per la liberalizzazione del settore sanitario.
Una circolare congiunta del Ministero del Commercio, della Commissione sanitaria nazionale e dell’Amministrazione nazionale dei prodotti medici ha affermato che gli investitori stranieri non potranno acquistare ospedali pubblici ma saranno autorizzati a gestire ospedali finanziati dall’estero a Pechino, Tianjin, Shanghai, Nanchino, Suzhou, Fuzhou, Guangzhou e Shenzhen, nonché nella provincia meridionale dell’isola di Hainan.
Salta agli occhi che oltre all’apertura nel settore manifatturiero e sanitario la Cina ha revocato anche le restrizioni alla proprietà straniera di servizi cloud e di telecomunicazione in regioni chiave come Pechino, Shanghai, Shenzhen e Hainan.
Più o meno contemporaneamente diversi Paesi occidentali, tra cui il Canada e gran parte dei paesi vassallo del Vecchio Continente, stanno lavorando per aumentare i dazi sui veicoli elettrici di fabbricazione cinese.
Tuttavia, ieri, domenica 8 settembre, la Repubblica popolare cinese ha anche ospitato a Tianjin colloqui bilaterali con il sottosegretario al commercio degli Stati Uniti per il commercio internazionale, Marisa Lago. Al termine dell’incontro il viceministro del commercio cinese, Wang Shouwen, ha ribadito le proprie preoccupazioni per il nuovo round di dazi della Sezione 301 annunciate a maggio 2024 contro pannelli solari, veicoli elettrici e batterie agli ioni di litio.
Guerra e liberalizzazioni, evidentemente, avanzano di pari passo.