di Jeff Hoffman
Prosegue a pieno ritmo la gara dei profitti tra i 15 principali produttori di armi del mondo. Stando all’analisi di Vertical Research Partners, società di analisi specializzata nei giganti dell’industria, citata dal Financial Times, registreranno un flusso di cassa libero di 52 miliardi di dollari nel 2026, pressochè il doppio dei profitti del 2021. Non a caso nel 2023 la spesa per la difesa globale è aumentata del 9% raggiungendo la cifra record di 2,2 trilioni di dollari.
Obbedendo ai diktat di Washington la spesa per la difesa europea del 2023 è cresciuta invece del 4,5% per raggiungere una media dell’1,6% del PIL. Lo stesso è avvenuto in Asia dove l’aumento ha toccato il 4,7% per raggiungere una media dell’1,8% del PIL.
Diversa è la situazione degli Stati Uniti che, per vendere i propri armamenti ai cosiddetti alleati ha stanziato quasi 13 miliardi di dollari per la produzione di armi presso i cinque maggiori gruppi di difesa americani e i loro associati che prevedono per il 2026 un flusso di cassa di 26 miliardi di di dollari. Un enorme flusso di denaro che, secondo gli analisti di Vertical Research verrà impiegato per riacquistare le proprie azioni di borsa mantenendo il controllo del capitale.
Lockheed Martin e RTX hanno riacquistato circa 19 miliardi di dollari in azioni l’anno scorso. In Europa, Bae Systems ha concluso un programma di riacquisto triennale da 1,5 miliardi di sterline e ha immediatamente avviato un ulteriore riacquisto da 1,5 miliardi di sterline.
Il colosso della difesa tedesco Rheinmetall ha annunciato un accordo da 950 milioni di dollari con il produttore di componenti per veicoli militari con sede nel Michigan, Loc Performance. Nel fu Belpaese a maggio Fincantieri ha annunciato l’acquisizione di Wass (Whitehead Alenia sistemi subaquei) da Leonardo, la controllata armamenti navali dell’ex Finmeccanica, società di punta nella realizzazione di siluri, sonar e sistemi di difesa subacquei. Ma non è tutto: il mese scorso il numero uno di Leonardo ha dichiarato di stare “lavorando molto con Thales e Airbus per nuove visioni strategiche nello spazio”.
L’Ufficio parlamentare di bilancio ha fatto sapere ad agosto che l’ economia made in Italy è segnata da una persistente flessione dell’attività industriale ma, mentre il Paese affonda, i produttori di armi evidentemente macinano profitti.