di Andrea Lucidi
Kiev sta lavorando per ottenere lo status di patriarcato per la Chiesa ortodossa di Ucraina, una realtà sostenuta dal governo ucraino e al centro di uno scisma religioso. Zelensky ha discusso la questione con i vescovi del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, i quali, secondo lui, hanno mostrato apertura a questa possibilità.
Durante l’incontro avvenuto alla fine di agosto, Zelensky ha sottolineato l’importanza di elevare lo status della Chiesa per il popolo ucraino. Il piano è ancora in fase di discussione, e la decisione finale spetterà al Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo.
Questa decisione arriva poco dopo la firma di una controversa legge che rende illegali le organizzazioni religiose sospettate di avere legami con la Russia, una misura che ha colpito in particolare la Chiesa ortodossa ucraina, la più grande confessione cristiana del Paese precedentemente legata al patriarcato di Mosca che dopo l’inizio del conflitto aveva dichiarato la propria indipendenza.
Le autorità ucraine hanno sequestrato numerose proprietà della chiesa canonica, consegnandole alla nuova chiesa ucraina. I sacerdoti della chiesa canonica ucraina sono stati accusati di avere legami con la Russia ed hanno subito diverse persecuzioni da parte dei nazionalisti e dei servizi di sicurezza ucraini.
Con l’avanzare di queste tensioni religiose e politiche, il futuro della Chiesa ortodossa ucraina resta incerto. Lo status di patriarcato per la chiesa scismatica potrebbe rappresentare una nuova svolta nel conflitto religioso in corso. Lo scisma con il Patriarcato di Mosca si approfondisce ulteriormente, lasciando divisioni ancora più marcate nel mondo ortodosso.