di Jeff Hoffman
E’ a latere dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che Washington e Ankara hanno discusso la proposta statunitense, avanzata nel mese di luglio, di far rientrare la Turchia nel programma F-35 Joint Strike Fighter da cui era stata espulsa per l’acquisto del sistema di difesa russo S-400.
Stando ai media dominanti Washington permetterebbe alla Turchia di tenere il sistema S-400 russo nel paese trasferendone il controllo al Pentagono.
In estrema sintesi la proposta USA prevede il trasferimento del sistema S-400 nella base aerea statunitense di Incirlik, nel sud della Turchia, dove gli USA tengono pronte all’uso 100 testate nucleari controllate dal 39° reggimento delle forze aeree a stelle e strisce. Come contropartita Washington solleverebbe le sanzioni imposte alla Turchia e riammetterebbe Ankara nel programma della Lockheed Martin.
Effettivamente la Turchia era entrata nella catena di approvvigionamento della Lockheed Martin e aveva già sborsato 1,25 miliardi di dollari per partecipare al piano dei rovinosi caccia F35 acquistando sei velivoli che, tuttavia, non sono mai stati consegnati.
Il quotidiano greco Kathimerini ha commentato la trattativa scrivendo che “entrambe le parti vogliono che i negoziati abbiano un esito positivo”, aggiungendo però che la Turchia non è favorevole alla proposta.
L’ex funzionario del Pentagono Michael Rubin ha affermato alla stampa che la partecipazione della Turchia al programma F-35 sarà all’ordine del giorno durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, evidenziando, semmai fosse necessario, quanto le stesse Nazioni Unite abbiano smarrito la missione per cui l’istituzione era nata.
Secondo il quotidiano turco Cumhuriyet, la Turchia avrebbe deciso di rinunciare ai sistemi missilistici antiaerei russi S-400 in favore delle relazioni con Washington.
“La palla ora è nel campo della Turchia”, ha dichiarato un anonimo alto funzionario dell’ambasciata americana ad Ankara.
Ciò che la stampa non dice è che la Turchia guarda alla produzione nazionale di caccia e sistemi missilistici e ha ufficialmente richiesto di entrare nei BRICS.
Vale la pena far notare che fra un intervento e l’altro il presidente turco Erdogan ha offerto al primo ministro armeno Nikol Pashinyan una copia autografata del suo libro intitolato “Un mondo più giusto è possibile”.
Intanto, nel suo intervento all’Assemblea dell’ONU il presidente Erdogan ha dichiarato che “proprio come Hitler fu fermato da una “alleanza dell’umanità settant’anni fa, così Netanyahu e la sua rete omicida devono essere fermati da una nuova alleanza dell’umanità”, aggiungendo poi che i valori dell’occidente stanno morendo a Gaza.
Stiamo approfondendo l’impegno con organizzazioni regionali come i Brics, ha continuato Erdogan davanti all’Assemblea Generale dell’ONU.
“Stiamo lavorando per sviluppare relazioni e cooperazione con i Paesi asiatici e l’Organizzazione degli Stati turchi è già diventata un modello esemplare per il mondo intero”.
F35 o BRICS? Questo è il dilemma.