Il partito democratico schiera le truppe cammellate che dal New York Times e dalla convention virtuale dichiarano guerra a Trump. L’ex presidente Clinton ripreso in foto nel regno della pedofilia di Epstein, caratterizza la strategia comunicativa dei dem (democratici) che fingono di andare a sinistra ma guidano il partito iper liberista delle guerre ibride. Ne vedremo delle belle, ma è solo teatro mediatico..
In questi giorni, come alcuni di voi sapranno, si sta tenendo l’importante convention del Partito Democratico americano. È importante perché con questa convention i Dem danno inizio alla loro battaglia per sconfiggere Trump alle prossime elezioni. A partecipare sono chiamati, ovviamente, i più importanti leader di questo orientamento politico, tra cui l’ex presidente Bill Clinton. E qui arriva il bello.
Il 18 agosto la sezione americana del Daily Mail (giornale di stampo conservatore, quindi vicino al partito di Trump), ha pubblicato delle foto di Clinton mentre si fa massaggiare da una delle accusatrici di Epstein «dopo un viaggio sul Lolita Express, l’aereo privato di Epstein» (Open). Queste foto sono molto gravi perché non fanno che confermare le accuse contro Clinton sui rapporti con Epstein e, di conseguenza, gettano fango sull’intero Partito Democratico. Non solo. Queste foto spuntano fuori giusto alcune ore prima del discorso di Clinton alla convention, portando all’ennesima potenza l’imbarazzo dei Dem.
Naturalmente non è difficile immaginare che dietro ci sia lo zampino dell’entourage di Trump che, magari, si è tenuto queste foto per utilizzarle al momento opportuno (infatti le foto risalgono al 2002). Non scandalizzatevi, sono cose che in politica fanno tutti, compresi i Dem contro Trump. E infatti i Dem sono così poco «etici» che subito si sono mossi per sminuire l’intera immagine di Clinton tramite un articolo del New York Times, datato sempre 18 agosto, scrivendo che lui ormai nel partito non conta più nulla e che alla convention parlerà per soli cinque minuti. Ovviamente non è per niente vero che non conta: Clinton, infatti, è stato due volte presidente, la moglie è stata segretario di Stato sotto Obama nonché sfidante di Trump alle presidenziali e la sua fondazione è una delle più potenti d’America. Ma nel prossimo futuro tutto questo non conterà più perché agli occhi della gente Clinton diventerà un semplice signore anziano che non ha più valore in politica. E sapete perché? Perché lo ha detto il New York Times! E già, anche il New York Times, al contrario di quanto pensano in molti, è molto politicizzato, ovviamente dall’area Dem. Però è il giornale più celebre al mondo e, di conseguenza, tutti gli altri mezzi di informazione del mondo riporteranno come «verità assoluta» quanto scritto su questo giornale, cosa che sarà fatta soprattutto dai media di orientamento «progressista» (che sono i più diffusi nel mondo occidentale). E infatti, ad appena un paio di giorni dall’uscita dell’articolo del New York Times, ecco vederlo seguirlo a ruota, esattamente come previsto, dal giornale italiano più importante, e cioè dal Corriere della Sera, con un titolo ad dir poco significativo: Il crepuscolo dei Clinton: da famiglia reale a comparse della convention democratica. Pensate un po’, non c’è nemmeno un accenno all’articolo del New York Times, ma noi sappiamo bene da dove arriva tutto ciò che si trova scritto. Non a caso, infatti, troviamo scritto all’interno dell’articolo:
“Sono ancora in tanti ad apprezzarlo, ma la sua Terza Via centrista è finita da tempo in soffitta…”
Concetto che è proprio quello sostenuto dall’articolo del New York Times in cui viene esplicitamente detto, inoltre, che il partito si sta costantemente sempre più spostando a sinistra.
Insomma, per concludere, non stupitevi se dai prossimi giorni in poi sentirete dire da qualche vostro amico la frase: «Sì ma Clinton ormai non conta più nulla!». È tutto nella “norma” per gli strateghi della politica, per quanto strano tutto questo possa apparire all’uomo della strada.
Michele Putrino
Pubblicatu su Medium.com (https://medium.com/@ItPutrino/clinton-epstein-e-la-scialuppa-di-salvataggio-dei-dem-6d1fc8dcafa)