Geopolitica
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Termine coniato dallo svedese R. Kjellén per indicare quel complesso di problemi politici che traggono origine da fatti d’ordine territoriale, specie quando si consideri lo Stato come un organismo che nasce, si sviluppa e decade, e che, al pari degli esseri viventi, ha bisogno di uno spazio vitale. Il termine ebbe larga fortuna tra le due guerre mondiali, nella geografia politica tedesca, da cui si sviluppò una scuola di g. guidata da K. Haushofer e raccolta attorno allo Zeitschrift für Geopolitik. Tale scuola, dopo aver enunciato alcune apprezzabili proposizioni teoriche, subì un’involuzione verso forme esasperate di determinismo e verso un’azione di legittimazione della politica espansionista e razziale del nazismo. Da ciò derivò un discredito della g., durato a lungo, e un ristagno degli studi geopolitici. Dagli anni 1970 si è assistito a una ripresa della g., soprattutto in forma di studi delle relazioni internazionali, fondate su rapporti di forza, per il controllo dello spazio e delle risorse. (Treccani)