di Jeff Hoffman
Gli Stati Uniti hanno schierato dozzine di militari a Cipro per rispondere potenzialmente all’escalation delle ostilità in Medio Oriente, ha riferito mercoledì scorso la CNN. La scorsa settimana l’esercito britannico ha inoltre inviato truppe aggiuntive nelle due basi militari, ad Akrotiri e Dhekelia,
per sostenere l’eventuale evacuazione dei cittadini britannici in Libano. “Dicono di aver mandato le persone per l’evacuazione, ma Dio sa esattamente perché sono lì. Tutti i ciprioti sono preoccupati”, ha dichiarato Ersin Tatar, il leader turco-cipriota della Repubblica del Nord auspicando un confronto con Antonio Gutierrez alle Nazioni Unite.
Non a caso, infatti, a latere della 79a Assemblea Generale dell’ONU, Tatar ha dichiarato alla stampa che il sud dell’isola di Cipro è sempre più militarizzato.
Cipro è de facto divisa in territori greci e turchi dal 1974. La Repubblica turca di Cipro del Nord è stata dichiarata nel 1983 con il sostegno di Ankara ma è stata riconosciuta soltanto dalla Turchia.
Nel frattempo, a conferma dell’impegno anglo-statunitense sull’isola, il ministro della Difesa britannico, John Healey, è oggi atterrato sull’isola per una visita ufficiale al personale militare che, a suo dire, ha svolto un ruolo importante durante l’attacco missilistico iraniano contro Tel Aviv.
Commentando l’attacco iraniano, il Primo Ministro Sir Keir Starmer ha affermato martedì che il Regno Unito “sta con Israele” e riconosce il suo diritto all’autodifesa. Tuttavia, evidentemente, quello del 1° ottobre non è stato l’unico intervento delle forze britanniche in aiuto a Israele, già intervenute in sua difesa lo scorso aprile.
“Le basi militari britanniche a Cipro non operano a beneficio del popolo cipriota”, ha dichiarato domenica 29 settembre Peter Youssef, membro del Consiglio per la pace di Cipro che, protestando davanti alla base aerea RAF di Akrotiri con migliaia di altri cittadini turchi ciprioti ha denunciato il sostegno implicito del Regno Unito alle violazioni e alle aggressioni israeliane a Gaza e in Libano.