Forze di pace NATO in Ucraina?
di Jeff Hoffman
“La realtà è un uccello che non ha memoria, devi immaginare da che parte va”, cantava in un recital Giorgio Gaber, e difatti, il volo pindarico dell’Alleanza atlantica si orienta verso una missione di mantenimento della pace da inviare in Ucraina. Idea che il vice presidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha disegnato come “lupi travestiti da agnelli”.
Non a caso, il primo ministro ungherese, Viktor Orban, ha affermato, il 31 marzo scorso, che mentre si inasprisce lo scontro USA-NATO contro la Russia, le potenze europee avrebbero avviato una discussione sull’invio di forze di pace in Ucraina.
In una riunione della Commissione NATO-Ucraina di martedì 4 aprile, il Segretario generale, Jens Stoltenberg, ha dato disposizioni affinchè gli alleati sviluppino un’iniziativa pluriennale per contribuire a garantire la deterrenza e la difesa dell’Ucraina, effettuare la transizione dalle attrezzature e dalle dottrine dell’era sovietica agli standard della NATO e aumentare l’interoperabilità con la NATO, facendo capire che, a prescindere dalle definizioni della missione, la guerra alla Russia continua. “Questo dimostra il nostro impegno a lungo termine per l’Ucraina e avvicina l’Ucraina alla famiglia euro-atlantica”, ha affermato il quasi dimissionario Stoltenberg.
D’altronde, il capo di Stato Maggiore statunitense, il generale Mark Milley, ha dichiarato che gli Stati Uniti e l’Alleanza atlantica sono pronti “a passare all’offensiva per liberare l’intera Ucraina, compresi Donbass e Crimea”. Nelle neolingua ‘forze di pace’ dunque si possono tranquillamente tradurre con ‘sangue in arrivo’.