Gaza: l’offensiva di morte continua a sud
di Domenico D’Amico e Jeff Hoffman
Le forze armate israeliane hanno sequestrato l’edificio della Corte Suprema di Hamas in quel che resta della Striscia di Gaza mentre nella cittadina israeliana di Birnit, ai confini con il Libano, i razzi di Hezbollah hanno distrutto una caserma militare israeliana.
Nelle stesse ore, a Tel Aviv, il partito israeliano di estrema destra Itamar, del ministro della Sicurezza nazionale Ben-Gvir, ha proposto un disegno di legge per introdurre la pena di morte per i combattenti di Hamas. A lanciare un appello in opposizione all’iniziativa legislativa sono intervenuti i parenti dei circa 240 ostaggi: “rimuovete la legge, se avete cuore”, ha implorato Gil Dickman dopo un lungo e sentito discorso pronunciato alla Knesset in direzione del ministro.
Dei giorni scorsi la notizia, confermata anche da Seymour Hersh, che lo scambio tra 50 ostaggi israeliani e una tregua di 5 giorni per Gaza è stato fermato da Netanyhau in persona; l’offensiva è andata avanti e ispettori dell’ONU hanno potuto verificare che l’Ospedale Al Shifa di Gaza è ormai “una zona di morte”, riferendo anche di una fossa comune al suo ingresso di 80 persone morte, mentre tutti i pazienti della terapia intensiva sono morti a causa dell’attacco israeliano. In salvo invece i bambini neonati prematuri, che sono stati evacuati in tempo.
Il governo israeliano è stato poi informato che fino a 1,7 milioni su 2,2 milioni a Gaza non sono o saranno più in grado di tornare a vivere nelle loro abitazioni, o perchè sfollate o perché le abitazioni distrutte. D’altronde già qualche giorno fa il ministro dell’Agricoltura di Tel Aviv ed ex Shin Bet, Avi Dichter, aveva parlato di nuova Nakba, così come il ministro Gamliel ha parlato di ‘offrire’ ai palestinesi di Gaza un altro posto dove vivere.
E le parole dell’ex premier Olmert circa le presunte basi di Hamas e le basi di lancio dei missili nel sud di Gaza hanno aperto definitivamente il nuovo fronte della nuova offensiva dell’IDF nella parte meridionale dell’enclave palestinese, ormai apertamente propeduetica a una occupazione totale.
Tutto questo mentre il quotidiano Haaretz ha dato ancora nuova ufficialità al ‘fuoco amico’ isrealiano come responsabile di molte morti di civii, il 7 ottobre: questa volta parlando degli spari all’impazzata di un elicottero Apache dell’esercito israeliano sul famigerato rave party che si svolgeva vicino al muro di Gaza, quel giorno. I 374 morti del rave, su 4400 partecipanti, sarebbero quindi vittime di un fuoco incrociato tra le parti in combattimento. E’ emerso poi, sempre secondo Haaretz, che Hamas non sapesse del rave, che quindi sarebbe stato per loro un fattore sorpresa inatteso. Nuovi elementi che rimettono ancora di più in discussione i fatti di quel giorno.
Mentre a Pechino lavorano le diplomazione cinesi, arabe e islamiche, nel fine settimane in tutta Europa si sono svolte grandi manifestazioni a favore del popolo palestinese: i governi ne dovranno tener conto.