di Andrea Lucidi
Il Kazakistan ha modificato il proprio codice penale, vietando le prestazioni sessuali via internet, che ora sono legalmente equiparate alle attività legate alla prostituzione. I media regionali avevano recentemente lanciato l’allarme sull’aumento dell’industria della pornografia online in Asia centrale.
La pratica del live-streaming di contenuti espliciti in cambio di denaro si è diffusa negli ultimi anni in molte parti del mondo. Alcune piattaforme, come la famosissima Onlyfans, hanno aperto la strada a questo tipo di mercato, dando la possibilità a molte giovani donne in tutto il mondo, di guadagnare denaro tramite la vendita di contenuti erotici o pornografici.
La prostituzione in sé è legale in Kazakistan, ma gli atti che la facilitano – tra cui la coercizione e la gestione di bordelli – costituiscono n reato.
Secondo il media kazako Tengrinews.kz, le modifiche sono state introdotte nell’ambito della legge kazaka sulla “lotta al traffico di esseri umani”, entrata in vigore a luglio. Un nuovo termine – “altri servizi di natura sessuale” – è stato aggiunto al codice penale.
Per “altri servizi di natura sessuale” si intendono la commissione di atti volti a soddisfare i bisogni sessuali di un altro individuo, anche a distanza e in tempo reale con l’aiuto di tecnologie di telecomunicazione, compreso Internet, con l’obiettivo di ottenere un profitto”, si legge nell’emendamento, citato dal Media.
Il Kazakistan è uno dei primi paesi ad adottare una politica ostile verso le nuove piattaforme per contenuti pornografiche, che hanno rivoluzionato il mondo dell’intrattenimento per adulti in Occidente, normalizzando quella che di fatto è una forma di prostituzione online e riducendo il valore della donna a poche decine di dollari, il costo medio di un abbonamento mensile su questo tipo di piattaforme.