di Margherita Furlan e Andrea Lucidi
Moltissimo sangue ieri in Libano quando intorno alle 15.30 ora locale centinaia di cercapersone e altri dispositivi sono esplosi simultaneamente uccidendo almeno ventuno persone e ferendone migliaia, incluso l’ambasciatore iraniano nel paese.
Quello che, secondo alcuni analisti, doveva essere un attacco chirurgico contro Hezbollah, si è trasformato in un attacco generalizzato contro la popolazione libanese.
Hezbollah ha parlato di una “aggressione piena di peccato” mentre Edward Snowden, ex impiegato della NSA statunitense, ha dichiarato che l’operazione, imputata ad Israele, non ha tenuto conto delle eventuali vittime civili e che quindi questa operazione non è distinguibile dal terrorismo dato che ha colpito civili che stavano guidando, che facevano la spesa o che stavano con i propri figli. Tra i morti ci sono anche due bambini di 8 e 10 anni, come da dichiarazione del ministro della sanità libanese.
Maria Zakharova, portavoce del ministero degli esteri russo ha definito l’esplosione dei cercapersone in Libano “un mostruoso atto di terrorismo e cinismo su larga scala considerando il numero delle vittime”.
Le autorità libanesi hanno accusato Israele di aver organizzato l’attacco su larga scala e hanno annunciato la preparazione di una corrispondente denuncia al Consiglio di sicurezza dell’ONU.
Il ministero degli Esteri russo ha precisato: “Consideriamo quanto accaduto come un altro atto di guerra ibrida contro il Libano, di cui hanno sofferto migliaia di persone innocenti. Sembra che gli organizzatori di questo attacco ad alta tecnologia abbiano deliberatamente cercato di incitare uno scontro armato su larga scala, cercando di provocare una grande guerra in Medio Oriente. Condanniamo fermamente l’attacco senza precedenti al Libano amico e ai suoi cittadini, che costituisce una grave violazione della sua sovranità e rappresenta una seria sfida al diritto internazionale utilizzando armi non convenzionali. Esprimiamo le nostre più sincere condoglianze alle famiglie delle vittime e auguriamo una pronta guarigione ai feriti.”
Israele non ha rivendicato l’operazione tuttavia proprio lunedì il ministro della difesa israeliano Gallant aveva detto che Israele continuava a tenere aperta l’opzione della operazione militare contro Hezbollah nel sud del Libano.
Sky News Arabia, citando le proprie fonti, ha dichiarato che il Mossad avrebbe collocato una certa quantità di materiale esplosivo sulle batterie dei dispositivi presi di mira dall’attacco e poi fatti esplodere attraverso l’aumento della temperatura delle batteria. I cercapersone sarebbero stati prodotti a Taiwan ed anche il NYT ha pubblicato analisi simili. La Golden Apollo di Taiwan, una delle case di produzione dei cercapersone, sottolinea che in realtà questi ultimi sono stati fabbricati da un licenziatario europeo, la BAC con sede a Budapest, autorizzata a utilizzare il marchio, che avrebbe potuto essere facilmente infiltrata dall’intelligence israeliana. I dispositivi farebbero parte di una spedizione di materiale arrivata in Libano cinque mesi fa. Secondo il New York Times gli israeliani hanno manipolato gli equipaggiamenti – modello AR 924 – prima del loro arrivo in Libano inserendo una piccola quantità di esplosivo. Un esperto ha aggiunto che però sarà stata necessaria un ulteriore modifica per permettere il suo funzionamento normale, evitare una “accensione” accidentale, consentire agli agenti di attivare la carica con il giusto “messaggio”. In sintesi: un lavoro non certo rapido e che doveva essere eseguito senza lasciare la minima traccia.
La BAC, creata nel 2022, diretta da Cristiana Barsony-Arcidiacono, ha un ufficio in una palazzina a due piani a Budapest dove il nome della ditta appare solo su un foglio appeso a una porta. Sembra che non disponga di alcun impianto e le informazioni sulla responsabile sono generiche. Lei si presenta sui social come esperta di questioni ambientali e relazioni internazionali; laureata in Gran Bretagna, dichiara di aver lavorato come consulente per organizzazioni internazionali, tra cui l’Unesco, sostiene di avere origini italiane e ungheresi. Restano da ricostruire i passaggi del contratto.
La Arcidiacono, raggiunta telefonicamente dalla NBC, ha affermato che la sua impresa ha svolto solo un ruolo di mediazione e non di produzione. E allora da dove sono arrivati i cercapersone? Al Mossad la risposta.
Comunque sia, l’attacco potrebbe portare a un’escalation nel conflitto dato che Hezbollah ha accusato Israele dell’esplosione dei cercapersone, ribadisce la solidarietà alla resistenza palestinese e giura di punire Israele per questo atto di aggressione.
La guerra aperta sembra essere alle porte del Libano ancora una volta. L’esercito israeliano ha infatti ridistribuito la 98a divisione d’élite dalla Striscia di Gaza all’area di confine libanese in preparazione ad una possibile escalation con il movimento libanese Hezbollah. Nel frattempo, le squadre della Mezzaluna Rossa iraniana stanno lavorando 24 ore su 24 per trasferire i pazienti libanesi delle esplosioni di ieri in Iran per le cure.