di Gionata Chatillard
Dopo la riunione preliminare svoltasi in Tunisia pochi giorni fa, i rappresentanti delle principali fazioni libiche sono tornati al tavolo dei negoziati anche a Tripoli. È stato l’Hotel Rixos, domenica scorsa, a ospitare un incontro che potrebbe fare da apripista alla riconciliazione nazionale, e che comunque è già di per sé storico. Erano infatti 8 anni che gli alti ufficiali di Tripolitania e Cirenaica non partecipavano a una riunione di questo livello nella capitale della Libia.
Oltre al rappresentante delle Nazioni Unite Abdoulaye Bathily, all’incontro hanno preso parte i comandanti delle unità militari delle regioni occidentali, orientali e meridionali. L’obiettivo dei negoziati è quello di ristabilire una base di consenso che possa portare alla riunificazione del paese. Un minimo comune denominatore che permetta di risolvere i problemi di sicurezza per poter organizzare le elezioni entro la fine di quest’anno. Per farlo, le parti in causa sembrano tutte d’accordo sulla necessità di limitare l’ingerenza delle potenze straniere. Il dialogo, dicono, deve svolgersi unicamente all’interno del paese.
Il primo passo verso una fusione delle milizie contrapposte potrebbe essere la formazione di una nuova unità militare congiunta da inviare nel sud del paese. Iniziativa che secondo le diverse fazioni non sarebbe però semplicissima da portare avanti a causa dell’embargo sulle armi. Un divieto che in realtà è stato ripetutamente violato negli ultimi anni, e i cui annessi e connessi si discuteranno con dovizia di dettagli a Bengasi, dove nelle prossime settimane è già in programma il prossimo incontro di alto livello fra i rappresentanti delle milizie libiche.