di Fabio Belli ed Elisa Angelone
Volodymyr Zelensky non accetta di discutere della missione di pace, annunciata da papa Francesco. È quanto riferisce la CNN, mentre secondo quanto dichiarato dall’addetto stampa della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, gli Stati Uniti sarebbero a conoscenza dei tentativi del Papa di aiutare a risolvere il conflitto tra Russia e Ucraina, nell’estremo tentativo di uscire dal pantano creato, magari per concentrarsi sull’Indo Pacifico.
Sarebbero invece programmati per domani, 3 maggio, i negoziati su un accordo sul grano mediato dalle Nazioni Unite. La trattativa coinvolgerebbe tutte le parti in causa, ma non sono noti i dettagli di quali saranno i partecipanti. Tuttavia, secondo il portavoce presidenziale Dmitry Peskov, i contatti sarebbero in corso, ma non porterebbero a risultati concreti.
Nessuna tregua è difatti in vista sia sul fronte bellico che su quello diplomatico. In questo senso si può dire che la giornata di sabato 29 aprile sia stata densa di avvenimenti.
A Varsavia, infatti, rappresentanti delle autorità locali accompagnati dalla polizia hanno fatto irruzione nella scuola dell’ambasciata russa, forzando il cancello di ingresso e costringendo il personale a lasciare l’edificio. Da tempo la Polonia accusa la Russia di occupare abusivamente questo e altri edifici della capitale polacca usati da Mosca come sedi diplomatiche. Per questo le autorità di Varsavia avrebbero chiesto ai russi il pagamento di 31 milioni di zloty più interessi e intenderebbero ora disporre degli edifici sequestrati in altro modo.
La condanna da parte di Mosca non si è fatta attendere: “Consideriamo quest’ultima azione ostile da parte delle autorità polacche una flagrante violazione della Convenzione di Vienna del 1961 sulle relazioni diplomatiche e una violazione dei beni diplomatici della Russia in Polonia”, si legge nella nota emessa il 29 aprile dal ministero degli Esteri russo, che continua: “La mossa arrogante di Varsavia non rimarrà senza risposta e avrà conseguenze per le autorità polacche e gli interessi della Polonia in Russia”.
Dura, come sempre, la reazione del vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo Dmitry Medvedev, che sul suo account Twitter è arrivato a scrivere: “Non vedo perché mantenere relazioni diplomatiche con la Polonia. Questo Stato non deve esistere per noi finché al potere ci sono solo russofobi”, invocando poi la morte dei mercenari polacchi di stanza in Ucraina. Affermazioni, queste, che la portavoce del ministero degli Esteri russo ha ridimensionato affermando che sì, Mosca avrebbe il diritto di interrompere le relazioni diplomatiche con Varsavia, ma a risentirne sarebbero prima di tutto i cittadini russi residenti in Polonia.
E’ attesa quindi una risposta da parte russa a quella che, a tutti gli effetti, sembra essere la pericolosa goccia che potrebbe far traboccare il vaso della tensione tra Mosca e Varsavia, che nell’Europa orientale continua a fare gli interessi dei padroni illudendosi che siano anche i propri.
La tensione è dunque molto alta.
Sempre lo scorso 29 aprile droni ucraini hanno colpito il terminal petrolifero di Sebastopoli. L’esplosione dei serbatoi di carburante ha causato un incendio che è divampato su 1000 mq e che i vigili del fuoco sono riusciti a domare solo a distanza di ore. Per il leader ucraino Volodymyr Zelebsky, l’attacco sarebbe “solo l’inizio” della “liberazione” della Crimea. Il ministero della Difesa ucraino ha voluto festeggiare il successo dell’attacco con un controverso post su Twitter nel quale si paragonava un’immagine dell’esplosione di Sebastopoli a una caricatura della dea indiana della morte Kali. L’immagine, subito rimossa, ha suscitato l’indignazione di Nuova Delhi, che si è affrettata a ribadire il proprio mancato sostegno alla causa di Kiev.
Sebastopoli è una città cruciale perché ospita la Flotta russa del Mar Nero, che tra l’altro, ieri, 1° maggio, ha respinto un altro attacco di droni ucraini.
Nel frattempo, mentre ieri 1 maggio in Italia cittadini da tutte le regioni si sono riuniti a Pesaro per protestare contro la costruzione del primo di una lunga lista di biolaboratori che andrebbero letteralmente ad infestare il territorio del nostro Paese, il giorno prima, 30 aprile, la Duma di Stato della Federazione Russa ha ufficialmente approvato il rapporto finale della Commissione sui biolaboratori statunitensi in Ucraina. Il documento di 200 pagine denuncia la strategia di Washington volta a minare la sovranità della Russia (e non solo) e verrà ora inviato a tutti i paesi del mondo.