Palestinesi: vietato vivere
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“Ho intenzione di portare
avanti l’operazione militare finchè non avremo raggiunto i nostri obiettivi e
garantito sicurezza e tranquillità a tutti gli abitanti di Israele”. Così si è
espresso Benjamin Netanyahu subito dopo la telefonata intercorsa ieri,
mercoledì 19 maggio, con Joe Biden. “Mi aspetto un significativo allentamento
degli attacchi in vista di un cessate il fuoco”, avrebbe detto il presidente
degli Stati Uniti al premier israeliano.
Intanto, dal palazzo di vetro delle Nazioni Unite scaturisce una nuova risoluzione presentata da Francia, Tunisia, Egitto e Giordania, che esigono l’immediato cessate il fuoco e il libero accesso a Gaza da parte delle organizzazioni umanitarie. Fonti diplomatiche fanno sapere che la bozza passerà al voto domani sera dopo aver raccolto eventuali modifiche presentate da altri paesi. Nella risoluzione, Parigi chiede un intervento di solidarietà internazionale verso Gaza attraverso l’aumento dei finanziamenti all’agenzia dell’ONU che si occupa dei rifugiati palestinesi. Il Governo francese spinge anche affinché si avanzi verso la costituzione di due
Stati, in linea con le precedenti risoluzioni delle Nazioni Unite.
Al di là degli sforzi
diplomatici, continuano i bombardamenti e la dura repressione da parte delle
forze armate israeliane. Durante la notte le bombe hanno abbattuto diverse
abitazioni nel centro e nella parte occidentale della Striscia di Gaza. Quattro
palestinesi sono rimasti uccisi, mentre due razzi hanno raso al suolo la torre
di Al-Karamah, causando enormi danni alle case e alle proprietà vicine. I jet e
l’artiglieria hanno preso di mira anche i terreni agricoli nelle città di Beit
Lahiya e Beit Hanoun, a nord della Striscia di Gaza, dove il bilancio delle
vittime è salito a 222 -63 di loro minori-, secondo i calcoli delle autorità
palestinesi, che parlano di un totale di 1.500 feriti, per un terzo bambini o
adolescenti.
Nei territori occupati, decine di palestinesi sono stati arrestati nelle ultime 24 ore. Il Governo Netanyahu ha dichiarato il quartiere di Sheikh Jarrah, a Gerusalemme Est, zona militare chiusa, limitandone l’accesso ai palestinesi e consentendo la libertà di movimento solo ai coloni.
Israele ha anche risposto negativamente all’appello delle Nazioni Unite per l’apertura del valico strategico di Kerem Shalom, da dove potrebbero transitare gli aiuti umanitari per dare sollievo ai 56.000 sfollati interni, distribuiti per adesso in 59 edifici scolastici. “Abbiamo bisogno di 37 milioni di dollari per un primo intervento di aiuto”, ha spiegato il direttore della missione umanitaria dell’ONU, Philippe Lazzarini.
Stando alle ultime comunicazioni ufficiali, emerge che Hamas e Israele avrebbero raggiunto un accordo per il cessate il fuoco a partire dal pomeriggio di domani. Prima però, le Forze Armate controllate da Netanyahu hanno annunciato per questa sera una fase intensa di bombardamenti.
In Italia, intanto, all’interno di un liceo romano, il Pilo Albertelli di Roma, un docente di religione ha severamente ripreso uno studente reo di aver parlato a favore del popolo palestinese. In una nota, l’insegnante avrebbe definito il ragazzo come “un jihadista”, comunicando ai genitori la totale mancanza di rispetto per l’autorità da parte del giovane, che avrebbe provato a manipolare la lezione in modo grave e reiterato.
Dalla Farnesina resta invece ferma la condanna per i razzi lanciati da Hamas. Il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, ha detto che la priorità in Medio Oriente è quella di fermare il conflitto, di impedire nuove annessioni e sfratti, e di tornare al tavolo di trattativa per una soluzione che possa portare la pace.
☀️ A cura di Margherita Furlan
☀️ Con la collaborazione di Fabio Frabetti, Jeff Hoffman, Gianmarco Maotini, Fabio Belli, Gionata Chatillard
☀️ Editing di Gennaro Gargiulo e Mattia Di Nunzio
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