di Fabio Belli
“Il “Summit for Democracy” ideato dagli Stati Uniti non è altro che una manifestazione delle pratiche neocoloniali di Washington”: è quanto afferma la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, secondo cui il vertice cercherebbe di legittimare gli strumenti di controllo statunitensi, di interferire negli affari interni di altri paesi, costringendo tutti a vedere il mondo attraverso il prisma dell’ordine basato sulle regole studiate ad hoc per servire gli interessi globali degli Stati Uniti.
“È difficile aspettarsi dagli organizzatori del Summit qualcosa di diverso dalla pomposa ipocrisia in mezzo al messianismo democratico e alle dichiarazioni russofobe, soprattutto considerando il fatto”, ha detto la portavoce, “che il tono del vertice sarà scandito da un ex comico a capo di un regime nazista criminale che viola deliberatamente tutti i valori democratici nel suo paese”, ha concluso la Zakharova.
Proprio oggi infatti, nella democratica Ucraina, nella città di Ivano-Frankovsk è stata assaltata e sequestrata l’ultima chiesa che faceva capo alla Chiesa Ortodossa Ucraina. Il luogo di culto è stato preso d’assalto da circa duecento persone, parte delle quali in uniforme mimetica e armate di gas lacrimogeni. La polizia, presente nei pressi della chiesa, non è intervenuta.
Intanto sul conflitto ucraino è intervenuto l’ex presidente statunitense, Donald Trump, che, in un’intervista a Fox News, ha ribadito di poter risolvere la guerra in Ucraina in 24 ore. “Con Zelensky e con Putin, ci sarebbe una trattativa molto semplice da avviare, ma non voglio dirti di cosa si tratta”, ha detto Trump al conduttore televisivo, Sean Hannity. L’ex inquilino della Casa Bianca ha altresì dichiarato che se il conflitto non sarà risolto prima delle elezioni del 2024, potremo avere uno scenario da terza guerra mondiale nucleare. Trump ha anche ribadito di andare molto d’accordo con Putin e che l’operazione speciale russa non sarebbe mai avvenuta se lui stesso fosse stato rieletto presidente nel 2020.
Nel frattempo però la guerra procede. Il ministero della Difesa russo ha diffuso un video di una simulazione di un attacco missilistico contro un obiettivo nel Mar del Giappone. Le immagini dimostrano come due imbarcazioni con missili supersonici “Moskit” possano colpire una nave da guerra a circa 100 chilometri di distanza.
Per non restare indietro rispetto ai padroni, intanto, dal versante nordico del Vecchio Continente, Svezia, Norvegia, Danimarca e Finlandia hanno rilasciato una dichiarazione d’intenti congiunta secondo cui uniranno, contro il nemico, le loro difese aeree al punto che le rispettive forze aeree formeranno un’unica unità combattente. Una sorta di sottosezione della NATO.
Poco più in là, però, dopo Austria e Ungheria, anche la Bulgaria è entrata nel gruppo di paesi che si rifiuta di inviare armi all’Ucraina.