di Jeff Hoffman
Un’applicazione dell’intelligenza artificiale può insegnare a leggere come e meglio di un maestro in carne e ossa. Questa l’ultima delle finestre di Overton aperta dal guru della beneficenza Bill Gates.
L’incredibile fluidità dei chatbot permetterà di insegnare a leggere e scrivere ai bambini più piccoli nel giro di 18 mesi, ha assicurato l’”uomo del Monte” di Microsoft intervenendo a una convention di tecno imprenditori politicamente corretti a San Diego, California, la scorsa settimana.
“Siamo onorati di annunciare che l’imprenditore visionario, filantropo impegnato e pioniere della rivoluzione dei personal computer, Bill Gates, sarà il relatore principale dell’edizione 2023”, avevano scritto con il colore dei soldi gli organizzatori dell’ASU+GSV Summit, cioè l’Università dell’Arizona e la Global Silicon Valley, fondo di investimenti dedicato all’applicazione della tecnologia in campo scolastico.
Nel descrivere con entusiasmo ChatGPT, Open AI e le altre stupefacenti applicazioni dell’AI, il maggior finanziatore dell’OMS si è portato avanti con il lavoro asfaltando secoli di scienza dell’educazione e della formazione dell’essere umano.
Oltre a eliminare il corpo insegnante, il re dei filantropi ha proiettato i bambini verso una scuola robotica dove già dall’infanzia si dovrebbe imparare a interagire confidenzialmente con le macchine e, di conseguenza, a temere gli esseri umani.
Kevin Roose, editorialista del New York Times, come di prassi, era preventivamente intervenuto sulle pagine del capofila dei quotidiani per far sapere al mondo che la sua scrittura è migliorata proprio grazie a Chat GPT, lodando a piene mani la super rapidità dell’IA.
Bombe o non bombe, arriveremo al superuomo, deve essere la riflessione che guida il cofondatore di Microsoft che, nell’applicazione ChatGPT, per pura generosità verso il genere umano, ha investito almeno 10 miliardi di dollari.
C’era una volta la didattica della fantasia di Gianni Rodari.