Armi, Arabia Saudita volta le spalle agli USA
La società di difesa saudita Scopa, fondata dal gruppo Ajlan nel 2021 con l’obiettivo di creare una delle maggiori produttrici di piattaforme militari della regione collaborando con numerose società di difesa internazionali, ha deciso di scaricare i partner americani e di puntare invece su un avvicinamento ad aziende russe e cinesi. Scopa, infatti, dal momento della sua fondazione, aveva puntato sulla collaborazione con ex ufficiali militari statunitensi in qualità di consulenti. Ora, secondo il portale Intelligence Online, pare che la filiale statunitense di Scopa Industries abbia chiuso i battenti lo scorso 26 febbraio. Il che significa la fine della lucrativa collaborazione con i consulenti americani, a favore di una più stretta collaborazione con Russia e Cina, in linea, d’altra parte, con le tensioni tra Washington e Riyad. E così la casa madre di Scopa, il gruppo Ajlan, continuerà a collaborare e rafforzare le sinergie con la filiale cinese TAL e l’altra consociata russa Sepha. L’intenzione del gruppo saudita, informa il media Al-Mayadeen, sarebbe quella di riunire le tre società sotto un unico gruppo di difesa e intelligence, la cui gestione sarebbe prerogativa dell’ex direttore strategico del ministero della Difesa saudita, Fawaz al-Aqeel. Oltre alla notizia secondo cui TAL e Sepha avrebbero stipulato partnership segrete con società di paesi potenzialmente soggetti a sanzioni, a preoccupare gli Stati Uniti, secondo il media libanese, è il rischio di spionaggio industriale dei sistemi di difesa NATO di cui Scopa vorrebbe entrare in possesso.
Oltre, dunque, a dover fare i conti con l’evidente allontanamento di un alleato di lunga data a favore degli “avversari” russi e cinesi, Washington si ritrova a gestire anche la possibilità che questi vengano addirittura in possesso delle piattaforme di difesa statunitensi. Un rischio, che, nel panorama internazionale odierno, la Casa Bianca non può correre e che, presumibilmente, porterà Washington a cercare di rilanciare i rapporti con Riyad, che ha recentemente inflitto un altro smacco a Washington, riallacciando i rapporti con Teheran
di Elisa Angelone