di Fabio Belli
Mentre Pechino raccoglie i frutti della mediazione tra Iran e Arabia Saudita, oggi, 15 marzo, il presidente siriano, Bashar al-Assad, ha visitato ufficialmente Mosca. Assad, arrivato ieri con una delegazione all’aeroporto di Vnukovo, è stato accolto dall’inviato presidenziale russo per il Medio Oriente e l’Africa e vice ministro degli Esteri, Mikhail Bogdanov, l’ambasciatore siriano a Mosca, Bashar Jaafari, e l’ambasciatore russo in Siria, Alexander Yefimov.
La visita cade proprio nel dodicesimo anniversario dell’inizio delle violenze pilotate dall’esterno in Siria. Dopo aver reso omaggio ai soldati che hanno perso la vita nella Battaglia di Mosca nel 1941, con la deposizione di una corona di fiori alla Tomba del Milite Ignoto, il presidente siriano è stato ricevuto dal generale Yevgeny Seleznev, comandante della guarnigione di Mosca. Le controparti russe e siriane si sono poi confrontate anche con i rappresentanti degli Esteri e della Difesa.
Nel pomeriggio il presidente siriano ha incontrato Vladimir Putin per affrontare le questioni relative all’integrità territoriale della Repubblica araba siriana, nonché le relazioni siro-turche.
Durante l’incontro Assad ha espresso sostegno alla Russia nell’operazione speciale in Ucraina e nella lotta contro il neo nazismo. “Come l’Occidente ha accettato in passato i vecchi nazisti, sta accettando i nuovi nazisti”, ha detto Assad, che ha ringraziato la Russia anche per l’aiuto ai terremotati e ha affermato che la sua visita aprirà la strada a una nuova fase nelle relazioni tra i due Paesi. Dal canto suo Putin ha ribadito come, grazie agli sforzi congiunti, siano stati raggiunti risultati significativi nella lotta al terrorismo internazionale. E ha osservato anche come, grazie a ciò, il fatturato commerciale tra Russia e Siria sia aumentato del 7%.