di Fabio Belli
Ricucire le relazioni dopo le tensioni sulla guerra civile nella regione del Tigray. Queste probabilmente le ragioni che hanno spinto oggi, 15 marzo, il segretario di Stato statunitense Antony Blinken ad incontrare ad Addis Abeba il ministro degli Esteri etiope, Demeke Mekonnen.
Gli Stati Uniti avevano in precedenza criticato la guerra fratricida nel Tigray, in cui decine di migliaia di persone sono morte prima che fosse raggiunto un accordo di pace lo scorso novembre. Nell’occasione Washington aveva imposto severe sanzioni all’Etiopia, seconda nazione più popolosa dell’Africa, che a sua volta aveva accusato la controparte a stelle e strisce di intromettersi negli affari interni.
Ad oggi la situazione non è molto migliorata con le truppe eritree appostate in diverse zone di confine, mentre le milizie della vicina regione di Amhara occupano vaste aree di territorio nelle parti contese del Tigray occidentale e meridionale.
La missione del diplomatico di Washington non si limiterà tuttavia all’Etiopia. Domani è prevista una visita in Niger, dove restano attive cellule di Boko Haram. I viaggi dei funzionari statunitensi in Africa si sono infittiti negli ultimi tempi, soprattutto dopo che le relazioni diplomatiche ed economiche di Pechino e Mosca si sono espanse a macchia d’olio anche nel Continente Nero.