di Margherita Furlan
“Quando si sposta l’attenzione dall’economia, gli Stati Uniti sono in competizione con la Cina su più dimensioni, ma non cerchiamo confronti o conflitti. Stiamo cercando di gestire la concorrenza in modo responsabile e cerchiamo di collaborare con la Cina dove possibile”. A dirlo è il consigliere per la Sicurezza nazionale, Jake Sullivan, che ieri ha partecipato a un incontro del Brookings Institute dedicato all’”agenda economica internazionale di Biden”. Secondo Sullivan – che ha citato tra i dossier di comune interesse il clima, la stabilità macroeconomica, la sicurezza sanitaria e la sicurezza alimentare – gli Stati Uniti stanno perseguendo la stessa strategia europea del “de-risking“, cercando di limitare il coinvolgimento della Cina nei settori che interessano la sicurezza nazionale, soprattutto il comparto militare. D’altronde il clima da guerra fredda tra le due super potenze è oramai evidente e Pechino si difende dichiarandosi territorio off limits per le spie. Il ministro della Sicurezza dello Stato cinese, Chen Yixin, ha ordinato di “reprimere severamente” l’attività di spionaggio in quanto Pechino sarebbe il “principale campo di battaglia” dove è necessario reprimere le attività di infiltrazione e di sovversione. Chen, fedele del presidente Xi, ha ordinato un giro di ispezioni dell’ufficio di sicurezza dello stato di Pechino, invitandolo a mantenere al sicuro i “segreti fondamentali” della Cina.
Pechino, “principale campo di battaglia”
