di Gionata Chatillard
I venti di guerra che soffiano nel Pacifico orientale stanno spingendo la Cina a blindare le proprie rotte commerciali attraverso nuovi accordi strategici coi paesi vicini. Fra questi spicca la collaborazione con Islamabad, con cui Pechino sta imbastendo un’alleanza navale per rafforzare la propria presenza nell’Oceano Indiano. A renderlo noto è stato il ministro della Difesa Li Shangfu, che dopo essersi riunito col capo di Stato Maggiore della marina pachistana ha affermato che i due paesi intendono “espandere i campi di cooperazione” bilaterale in nome della sicurezza regionale.
Obiettivo comune di Pechino e Islamabad è senza dubbio quello di contenere l’India, ma non solo. La Cina teme infatti che un eventuale conflitto con Taiwan possa portare al blocco dello Stretto di Malacca, motivo per cui la Repubblica Popolare intende correre ai ripari assicurandosi una valida alternativa. Il Pakistan e il suo porto di Gwadar sono in questo senso fondamentali per gli interessi strategici di Pechino, dal momento che gli consentirebbero di accedere al Mar Arabico bypassando il Pacifico. In cambio, Islamabad riceverebbe dalla Cina armi e addestramento militare.
Il quadro che si delinea è dunque particolarmente preoccupante per l’India, che sta infatti aumentando la collaborazione con Israele sul fronte della tecnologia e dei trasporti. Nei giorni scorsi, il primo ministro Narendra Modi ha ricevuto a Nuova Delhi Eli Cohen. Il ministro degli Esteri israeliano ha affermato che “l’India può svolgere un ruolo significativo nell’espansione degli Accordi di Abramo con nuovi paesi”, accorciando parallelamente le rotte commerciali fra Asia ed Europa.
Modi e Cohen hanno poi messo in risalto i progressi raggiunti dai 2 paesi nel quadro della collaborazione che stanno portando avanti con Washington e Abu Dhabi in settori quali il commercio, la tecnologia, la sicurezza, lo spazio e i trasporti. Un progetto che fra i suoi obiettivi ha anche quello di fare concorrenza alla Nuova Via della Seta cinese e alla crescente collaborazione fra Pechino, Mosca e Teheran, alla quale si sta affacciando con sempre più forza anche Islamabad.