di Fabio Belli
Oggi, 17 maggio, Russia e Iran hanno stipulato un accordo per il finanziamento della costruzione della ferrovia Rasht-Astara.
Il documento è stato firmato durante una cerimonia on line che ha visto la partecipazione del presidente iraniano, Ebrahim Raisi, e del suo omologo russo Vladimir Putin. Secondo quanto riferito dal vice primo ministro russo, Alexander Novak, la Russia stanzierà un prestito del valore di 1,3 miliardi di euro a fronte del costo totale del progetto stimato in 1,6 miliardi di euro. Un progetto che si pone al centro della costruzione del cosiddetto corridoio di trasporto internazionale nord-sud e che permetterà alla Russia, e agli Stati che si affacciano sul Mar Caspio, di raggiungere agevolmente il Golfo Persico.
La tratta ferroviaria, che dovrebbe entrare in funzione entro il 2025, ha un volume stimato di carico annuo di almeno 15 milioni di tonnellate e, come dichiarato dallo stesso Putin, contribuirà a diversificare in modo significativo i flussi di traffico globali con vantaggi competitivi significativi. Il Capo del Cremlino si è anche sbilanciato in un esempio sui benefici del corridoio: “Se ora ci vogliono 30-45 giorni per consegnare la merce da San Pietroburgo a Mumbai, dopo l’apertura della tratta il carico giungerà a destinazione in soli dieci giorni”.
Mosca e Teheran, sempre più a braccetto nel nuovo mondo multipolare, stanno implementando passi significativi anche in campo energetico. Come dichiarato oggi stesso dalle due controparti, i due Paesi hanno già allo studio lo sviluppo di giacimenti petroliferi e di progetti relativi al gas oltre alla costruzione di nuove centrali nucleari nella Repubblica Islamica.
Inoltre secondo quanto riferito dall’emittente iraniana PressTV, la banca russa VTB ha recentemente aperto un ufficio di rappresentanza in Iran con l’obiettivo di sviluppare una sinergia tra i due paesi impegnati a collegare i loro sistemi di comunicazione e trasferimento interbancario per far fronte alle sanzioni occidentali.