di Fabio Belli
“Il prossimo vertice di luglio a Vilnius confermerà che il futuro dell’Ucraina è legato all’Alleanza atlantica e, nell’occasione, i paesi membri adotteranno piani militari per dispiegare più di 300.000 truppe sul territorio dei paesi NATO con il supporto di significative forze aeree e marittime”.
È quanto ha affermato oggi il Segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, che, nel glissare sulle perdite ucraine delle attrezzature, definite “prevedibili”, si aspetta nuovi pacchetti di assistenza militare. Proprio oggi il Financial Times, ha reso noto che Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania starebbero lavorando a una dichiarazione che formalizzerà gli accordi esistenti sull’assistenza all’Ucraina e creerà le condizioni per un sostegno finanziario e militare a lungo termine a Kiev. Mentre secondo il New York Times, gli Stati Uniti starebbero valutando la possibilità di offrire all’Ucraina un “modello israeliano” di cooperazione senza aderire alla NATO, modello che, sempre secondo il quotidiano della “grande mela”, non sarebbe gradito al regime ucraino.
Il tutto, ovviamente, senza considerare il parere della colonia italica che nei giorni scorsi ha visto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in pellegrinaggio a Washington a ricevere le lodi dal Segretario di Stato, Antony Blinken.
“L’Italia si è fatta avanti in modo coraggioso, non solo con l’assistenza militare, ma accogliendo più di 170.000 rifugiati ucraini in quella che è già la più grande comunità ucraina dell’Europa occidentale”, ha detto Blinken. Tajani, che ha annunciato il prossimo incontro tra Meloni e Biden a luglio, ha ribadito, sotto dettatura di Washington, il mantra della pace giusta, che tradotto nella neolingua dei “padroni del discorso” significa guerra infinita.