di Fabio Belli e Margherita Furlan
Nelle ultime settimane la Russia avrebbe implementato la rete di monitoraggio acustico subacqueo Garmonia nel mare di Barents, per far fronte alle operazioni di ricognizione e sorveglianza del sottomarino SSN23 Jimmy Carter della Marina degli Stati Uniti. È quanto riportano alcuni media francesi, secondo i quali la rete avrebbe anche lo scopo di proteggere anche l’infrastruttura strategica della Flotta del Nord, anche attraverso test top-secret e il collaudo di armi come il progetto di siluro intercontinentale Status-6/Poseidon.
Le tensioni tra Mosca e Washington dunque non mancano: in Siria un jet da combattimento russo sarebbe volato a pochi metri da un drone spia statunitense che volava illegalmente nello spazio aereo. L’aereo russo avrebbe, secondo la versione statunitense, anche sparato danneggiando il velivolo senza pilota.
Nel frattempo gli Stati Uniti approvano il 43esimo invio di aiuti all’Ucraina, con un pacchetto di supporto militare da 400 milioni di dollari che includerà per la prima volta anche i nano-droni spia.
“Il governo USA continua a sponsorizzare i “piani terroristici” di Kiev inviando aiuti militari e provocando ancora morti e sofferenze”, ha ribadito l’ambasciatore russo a Washington, Anatoly Antonov.
Intanto il quotidiano The Hill disegna uno scenario inquietante, secondo cui l’esercito ucraino potrebbe attaccare le forze di pace russe in Transnistria per impadronirsi del più grande deposito di munizioni dell’era sovietica. Non a caso la Moldavia ha espulso 18 diplomatici russi e 27 dipendenti del personale tecnico dell’ambasciata russa. “La riduzione dei diplomatici non può rimanere senza risposte adeguate da parte della Russia”, ha così ammonito il Cremlino che ha accusato Chisinau di “incoraggiare la russofobia in ogni modo”. Intanto mentre la flotta russa del Mar Nero ha modificato la postura da quando Mosca si è ritirata dall’accordo sul grano, anche per evitare le acque minate, i prezzi mondiali dei cereali sono aumentati del 17% in otto giorni. Vladimir Putin sostiene che gli Stati Uniti e gli speculatori economici europei hanno usato quell’accordo sul grano “per arricchirsi” e che il 70% del grano ucraino è andato a Paesi ad alto reddito. Paesi come Etiopia, Sudan, Somalia, Yemen e Afghanistan hanno ricevuto solo il 3% del grano ucraino spedito nell’ambito dell’accordo. Poichè la Russia si aspetta un raccolto record quest’anno potrà così sopperire alle difficoltà dei Paesi africani fornendo loro cereali sia a prezzi agevolati che gratuitamente. Il primo ministro etiope, Abiy Ahmed, oggi in visita ufficiale in Russia, deluso dal congelamento degli aiuti economici da parte occidentale dopo la guerra nel Tigray, in un incontro con Putin ha sottolineato come Addis Abeba veda Mosca come un partner chiave per lo sviluppo del paese a tal punto da siglare una serie di accordi bilaterali, con buona pace di chi in Italia ancor oggi si vanta del passato coloniale, dimenticandosi dei massacri civili perpetrati dalle truppe fasciste.