di Fabio Belli
Dopo la scadenza dell’ultimatum di ieri, 6 agosto, la giunta militare del Niger ha chiuso lo spazio aereo, inviato truppe alle zone di confine e invitato i cittadini a difendere la Patria per via della possibile aggressione proveniente da paesi stranieri. Sempre ieri il presidente ivoriano, Alassane Ouattara, ha reso nota la disponibilità della Costa d’Avorio di supportare qualsiasi decisione dell’l’ECOWAS che, tuttavia, secondo quanto afferma il Wall Street Journal, non sarebbe ancora pronto a un’azione militare, nonostante l’ex comandante supremo della NATO, James Stavridis, affermi che lo scenario nigerino potrebbe trasformarsi in un conflitto su larga scala.
L’esercito maliano ha inoltre reso noto oggi l’invio a Niamey di una delegazione ufficiale congiunta Burkina Faso-Mali. Intanto la Francia ha sospeso i voli aerei per questi due paesi africani, nonché l’assistenza a Ouagadougu.
Oggi nel quartiere popolare di Lazaret a Niamey, l’elettricità è stata interrotta per quasi cinque ore. Sebbene i blackout energetici nel paese non siano un fatto straordinario, da una settimana il Niger soffre di importanti cali di tensione dopo che la vicina Nigeria ha annunciato la sospensione delle forniture elettriche in seguito al putsch del 26 luglio.
Intanto l’ECOWAS ha convocato un vertice straordinario per il prossimo 10 di agosto nella capitale nigeriana.
La perdita del Niger in termini geopolitici preoccupa non poco l’Occidente, che teme l’ulteriore crescita dell’influenza della Russia in Africa. Se Niamey si ritirasse dalle grinfie del vecchio mondo unipolare, nel Continente Nero potrebbe formarsi un’intera cintura di paesi vicini a Mosca.