di Fabio Belli
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha confermato l’incontro tra il presidente russo, Vladimir Putin, e il suo omologo turco, Recep Tayyip Erdogan, senza specificare la data sebbene Bloomberg, citando funzionari turchi, abbia riferito che il confronto dovrebbe tenersi in Russia l’8 settembre prossimo. Peskov ha puntualizzato che non vi sarebbero intese specifiche sulla ripresa dell’accordo sul grano. Il portavoce presidenziale ha anche anticipato che Putin, nonostante il mandato di arresto della Corte Penale Internazionale, è intenzionato a intraprendere diversi viaggi internazionali nel prossimo autunno.
Prosegue intanto la tensione al confine bielorusso. Il ministero dell’interno polacco ha reso noto che gli Stati baltici chiuderanno tutti i posti di blocco al confine con la Bielorussia in caso di incidenti. La richiesta di Varsavia contiene anche l’esortazione a Minsk di espellere la Wagner dal territorio bielorusso. Secondo quanto affermato dall’ex consigliere del Pentagono, Colonnello Douglas McGregor, le entrate a gamba tesa della Polonia e della Lituania sono molto pericolose e potrebbero celare le intenzioni di un’aggressione alle truppe russe e bielorusse senza l’autorizzazione della NATO. Uno scenario che, secondo l’ex ufficiale, potrebbe verificarsi già in caso di invasione dell’Ucraina occidentale.
Intanto dall’inizio del conflitto, le truppe ucraine hanno sparato due milioni di proiettili da 155 mm, praticamente esaurendo le riserve dei paesi occidentali, è quanto scrive David Ignatius, editorialista del Washington Post. Secondo lo stesso quotidiano, gli Stati Uniti starebbero inoltre valutando l’invio di munizioni a grappolo a lungo raggio all’esercito ucraino. Al contempo il Financial Times riporta una certa frustrazione da parte dei militari europei che lamentano le molte difficoltà nell’addestrare personale proveniente dall’Ucraina. Uno stato ormai sempre più dipendente dai voleri dell’Occidente. Non a caso il presidente, Volodimir Zelensky, ha fatto sapere che non intende tenere nuove elezioni a meno che Washington e i suoi sodali non si decidano a sborsare 5 miliardi di dollari. “Non intendo prelevare questi fondi dal bilancio della difesa”, ha concluso il presidente ucraino.