di Domenico D’Amico
La dichiarazione dell’euro-commissario per gli affari Interni dell’Unione Europea, Ylva Johansson, nel corso di una intervista al quotidiano spagnolo El Pais, lancia ufficialmente l’allarme terrorismo in Europa, che rischia di diventare un nuovo fronte caldo, specchio di quanto succede in Medio Oriente; secondo la commissaria: “I terroristi – dice Johansson – possono arrivare da noi, ma il rischio più grande è che le persone già radicalizzate possano commettere attacchi terroristici. […] Non rimarremo in silenzio ad aspettare che si verifichi un attacco, dobbiamo prevenire, ma anche proteggere ed agire” sottolineando che “l’Europol ha un nuovo mandato molto più forte e nuove risorse”.
Gli episodi di qualche giorno fa a Bruxelles, con la coppia di svedesi uccisi da un lupo solitario di origini tunisine, poi ucciso dalla polizia, quelli in Francia e in Germania sono quindi presi molto sul serio dalla Commissione Europea: già in quei giorni si è visto come rapidamente l’allarme sia salito in poche ore, con la chiusura di alcuni aeroporti francesi e il susseguirsi di falsi allarmi, anche a Roma.
L’impressione poi che hanno dato tutte le cancellerie europee più importanti, compresa la Commisione Europea, in queste tre settimane dall’attacco di Hamas, è stata di totale appiattimento sulle posizioni del governo Netanyahu, e di solidarietà a senso unico verso Israele, con criminalizzazione del popolo palestinese, diventato sinonimo di Hamas; assieme al divieto di manifestare a favore della Palestina imposto da alcuni Paesi europei o alla forte critica verso di esse di molti governi del Vecchio Continente, tutto dà l’idea di una aperta e ripetuta provocazione, specie se la situazione è realmente quella descritta dalla Commissaria Johansson di cellule radicalizzate e dormienti nel cuore dell’Europa: quasi si voglia cogliere la palla al balzo per alzare il livello di allarme anche fra la popolazione per arrivare a misure politiche ulteriori. Interessanti in questo senso le parole riportate dal quotidiano The Times Of Israel, dopo il vertice Unione Europea-Stati Uniti del 20 ottobre scorso a Washington: “È particolarmente importante raddoppiare i nostri sforzi su entrambe le sponde dell’Atlantico per garantire che questo conflitto non si estenda al di fuori dei suoi confini”, ha dichiarato un funzionario dell’UE a condizione di anonimato.
D’altronde è del febbraio del 2022 l’aggiornamento ufficiale, come da regolamento europeo 2022/147, della lista delle persone e delle organizzazioni considerate terroristiche e pericolose: nella lista delle 21 organizzazioni sono ricomprese Hamas, il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, la Jihad Islamica Palestinese, parte di Al Fatah, la Brigata dei Martiri di Al Aqsa, l’Intelligence Iraniana e l’ala militare di Hezbollah. Le altre formazioni citate sono filippine, curde, asiatiche e sudamericane, quasi a decoro. Sembra già pronta insomma la lista dei colpevoli di eventuali attacchi in Europa: molto precisa e dettagliata, e molto filo-israeliana.