Tregua: solo un po’ di respiro per Gaza
di Jeff Hoffman e Domenico D’Amico
Prosegue lo sterminio di medici, giornalisti e civili che, stando ai dati del ministero della Sanità di Gaza ha superato le 14 mila vittime di cui quasi 6 mila bambini. Maggiore la stima del numero di vittime denunciata dall’organizzazione di Ginevra Euro-Med Monitor, secondo cui nella Striscia di Gaza sono stati uccisi più di 17 mila palestinesi, tra cui 7.208 bambini, 3.716 donne e un totale di 15.482 civili.
Comunque sia, fino al 19 novembre scorso i militari israeliani hanno colpito a morte 59 giornalisti, storicamente il più alto tasso di giornalisti uccisi nei teatri di guerra.
E mentre i militari israeliani fanno esplodere interi quartieri di Gaza come se giocassero a Risiko, rispondendo a un’intervista televisiva per la rete israeliana 13 l’ex ministra dell’interno Ayelet Shaked del partito fondamentalista Spirito Sionista ha dichiarato che “dopo aver trasformato Khan Yunis in un campo di calcio dobbiamo approfittare della distruzione per dire agli Stati che ognuno di loro dovrebbe prendersi una quota di rifugiati. Abbiamo bisogno che tutti e due i milioni di palestinesi se ne vadano. Questa è la soluzione per Gaza”.
Nelle stesse ore giunge notizia di bombardamenti israeliani alla periferia di Damasco, mentre Il rappresentante del movimento Hamas in Libano, Ahmad Abdulhadi, in una conferenza stampa a Beirut con la partecipazione del ministro degli Esteri iraniano, Amir-Abdollahian, ha affermato che la resistenza palestinese ha ottenuto grandi vittorie in battaglie terrestri e ha ringraziato l’Iran per il sostegno politico alla resistenza palestinese.
“La vittoria della resistenza e la stabilità del nostro Paese sono ciò che ci ha spinto a imporre al nemico il cessate il fuoco e le condizioni di resistenza”, ha poi aggiunto Abdulhadi.
Si è chiarito nella giornata il quadro dell’accordo tra Israele e Hamas: saranno liberati 50 ostaggi israeliani – 30 minori e 20 donne – in cambio di 150 palestinesi e 4 giorni di pausa ‘operativa’ che partirebbe da domani mattina alle 10. Anche Hezbollah fermerà le ostilità; mentre Stati Uniti e Unione Europea dichiarazione soddisfazione, l’ONU dice che c’è ancora molto da fare. Netanyahu però non illude nessuno: ‘la guerra continua’ ha tenuto a precisare. Gaza e i palestinesi possono solo respirare un po’.