Putin all’attacco del G20
di Domenico D’Amico e Jeff Hoffman
Mentre nella edizione dell’anno scorso in Indonesia era stato invitato come ospite speciale il presidente ucraino Zelensky, quest’anno nella odierna versione on line è stata principale protagonista la Russia con Putin, che è parte da sempre del G20 e che era stata messa in disparte in Indonesia a favore appunto di Zelenski. Segno ulteriore questo che l’atteggiamento occidentale verso Mosca sta cominciando a cambiare, al netto della parata celebrativa di ieri che ha avuto luogo a Kiev in occasione dell’anniversario di EuroMaidan. Non è il primo segnale in questo senso e la tragedia di Gaza ha effettivamente tolto sia la scena che molta forza a Zelensky, come anche molti argomenti agli occidentali in merito alla legittimità o meno dell’intervento russo. Non ha mancato di sottolineare questi aspetti il Presidente russo nel suo intervento.
Lo stress nell’economia globale non è legato alla Russia, ma alle azioni di altri grandi paesi, ha dichiarato infatti alla riunione del G20.
Ha poi aggiunto che “La Russia lavora per ripristinare l’aperta e trasparente cooperazione che è basata sulle norme della Carta delle Nazioni Unite e sui principi di un mondo comune e rispettoso. E’ importante ottimizzare il sistema di governance del sistema economico mondiale” ha aggiunto, sottolineando la necessità di dare a tutti i Paesi più in difficoltà e in via di sviluppo di farvi parte, sottolineando che istituzioni come il Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale devono essere usate per le loro originarie mission e non per fini geopolitici.
Severa la parte critica dove ha messo in evidenza che l’iniezione di trilioni di dollari ed euro nell’economia e nel sistema bancario ha causato un’impennata dell’inflazione globale e un rapido aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia, aggiungendo che le restrizioni illegali al commercio e l’agenda climatica distorta di alcuni paesi peggiorano la situazione. Altrettanto forte la presa di posizione poi sulla distruzione delle catene di trasporto e logistica e dei canali di
pagamento internazionali, ma anche sugli atti di terrorismo di Stato, ha proseguito Putin riferendosi al gasdotto Nord Stream.
A proposito del conflitto in Ucraina il presidente russo ha ribadito di non aver mai rifiutato i colloqui di pace, ricordando ai presenti che è stata Kiev ad annunciare pubblicamente il ritiro dal processo negoziale e a firmare un decreto legge per vietare ogni negoziato.
“Il sanguinoso colpo di stato in Ucraina del 2014, seguito dalla guerra del regime di Kiev contro il suo popolo nel Donbass, non è forse scioccante? Non è scioccante oggi lo sterminio della popolazione civile in Palestina e nella Striscia di Gaza”, ha chiesto in tono retorico Putin.
Dopo le parole più caute di ieri alla riunione dei Brics e in generale di questi ultimi giorni sulla strage di Gaza, Putin ha colto l’occasione quindi per togliersi qualche sassolino dalla scarpa, forte di una posizione negoziale nuova e più favorevole, seppur in una edizione del G20 supplementare e sottotono.
Non era infatti presente il Presidente americano Biden, che ha delegato il suo ministro del Tesoro Yellen, forse proprio per non dare troppa sponda a Putin; assenti anche il presidente cinese Xi Jin Ping che ha delegato il premier Li Qiang, come era assente anche il premier britannico Sunak. Presenti però tutti gli altri, compresa Giorgia Meloni che ha partecipato alla riunione telematica assieme al Cancelliere tedesco Olaf Scholz da Berlino, dove era impegnato nell’importante bilaterale Italia-Germania. Meloni ha ribadito che “l’Italia vuole essere ponte tra Europa e Africa”, aggiungendo che “se la Russia vuole pace si ritiri”.
Chissà se anche l’Italia, come sembra stiano facendo in molti quasi di soppiatto, saprà ritagliarsi una possibilità di nuove relazioni con un partner strategico come la Russia, specie nel quadro degli accordi strategici che si stanno stringendo con Parigi e Berlino.