di Fabio Belli
Nonostante il Wall Street Journal abbia riferito ieri di un accordo tra Israele e Hamas per il prolungamento della tregua umanitaria di sette giorni, Tel Aviv ha ripreso a bombardare la Striscia di Gaza.
Oggi, 1 dicembre, pochi minuti dopo lo scadere del termine fissato alle 7 del mattino ora locale, sono stati effettuati diversi attacchi aerei. L’esercito israeliano ha affermato di aver colpito almeno 200 obiettivi strategici. In diverse altre città dell’enclave si sono segnalate sparatorie e anche nella zona sud di Gaza sono suonate le sirene di allarme.
Le Forze di Difesa israeliane hanno motivato la decisione accusando Hamas di aver sparato per primo verso il territorio israeliano. La controparte palestinese sostiene invece che è Israele ad aver rifiutato tutte le proposte di continuare la tregua. Hamas ha inoltre chiamato in causa l’amministrazione Biden come corresponsabile della continuazione dei crimini di guerra israeliani.
Nel frattempo, l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato che il gruppo militante palestinese non avrebbe adempiuto all’obbligo di rilasciare tutte le donne in ostaggio.
Intanto il New York Times ha reso noto che funzionari israeliani sarebbero stati già al corrente da un anno del raid di Hamas del 7 ottobre. Il rapporto del quotidiano statunitense si baserebbe sull’analisi di un progetto di attacco dal nome in codice “Muro di Gerico”, già noto all’intelligence israeliana. Un progetto che sarebbe stato seguito sorprendentemente alla lettera nell’operazione Al Aqsa flood avvenuta poco meno di due mesi fa.