di Fabio Belli
Tra il 14 settembre e il 5 ottobre sarebbero state realizzate operazioni su 4,43 milioni di azioni della Banca Leumi, con sede in Israele. Operazioni, effettuate da trader americani e israeliani, che scommettevano sul crollo del prezzo delle azioni dopo il 7 ottobre. Cosa puntualmente avvenuta visto che i profitti goduti da tali transazioni finanziarie sarebbero stati pari a 860 milioni di dollari. A riportarlo è uno studio condotto da ricercatori della New York University e della Columbia University, secondo i quali gli operatori avrebbero ottenuto informazioni sull’attacco di Hamas. Come per gli attentati dell’11 settembre 2001, sembra dunque che a conoscere il copione in anticipo fossero, oltre all’intelligence israeliana, anche il mondo della finanza.
Intanto oggi, 5 dicembre, è continuato il pesante bombardamento da parte delle forze israeliane a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza. Diverse persone sono state uccise durante gli attacchi notturni dopo che le autorità israeliane avevano intimato di evacuare l’area.
Nel frattempo a Mosca, il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, e il suo omologo iraniano, Hossein Amir Abdollahian, hanno firmato una dichiarazione sui mezzi per contrastare, mitigare e compensare le conseguenze negative delle misure coercitive unilaterali. I due capi diplomazie hanno discusso anche una serie di temi internazionali attuali, tra cui la situazione nella zona del conflitto israelo-palestinese, le prospettive di ripresa dell’attuazione del Piano d’azione globale congiunto per risolvere la situazione attorno al programma nucleare iraniano, nonché alcune questioni regionali di reciproco interesse.