di Fabio Belli
La Bolivia ha siglato un accordo da 450 milioni di dollari con la società russa Uranium One per lo sfruttamento del litio.
L’accordo, della durata di due anni, prevede l’installazione di un impianto pilota presso la salina di Uyuni, nel sud del paese latinoamericano. Uranium One fa parte del colosso russo per l’energia atomica Rosatom.
Secondo i dati dello United States Geological Survey, la Bolivia, con 21 milioni di tonnellate, dispone di uno dei maggiori volumi di risorse di litio al mondo formando insieme a Cile e Argentina, il “triangolo del litio”, il più grande giacimento mondiale del cosiddetto “oro bianco”. L’impianto, che inizierà la lavorazione del carbonato di litio per batterie, ha l’obiettivo di raggiungere in futuro le 14.000 tonnellate annue.
La Paz pensa infatti di incamerare 5 miliardi di dollari nel 2024 per esportare il litio, le cui entrate potrebbero superare anche quelle per le vendite di gas, fino a poco tempo fa la principale risorsa del paese. La fase di industrializzazione del litio in Bolivia prevede investimenti pari a 2,8 miliardi di dollari ai quali partecipa anche la cinese Cbc.
L’accesso alle proprie risorse naturali, litio in primis, oltre che un affare costituisce per il governo boliviano anche un allettante biglietto da visita per una futura inclusione ai BRICS.