di Margherita Furlan
L’Iran ha lanciato un raid missilistico in territorio pachistano: l’obiettivo dichiarato è una base della fazione sunnita Jash al Adel, legata al separatismo del Baluchistan. Tra le vittime del bombardamento anche due bambini. I capi delle diplomazie dei due paesi si sono chiariti telefonicamente sulla questione. Islamabad ha così chiesto a Teheran di fornire informazioni di intelligence sulle posizioni e sui movimenti dei gruppi terroristici in Pakistan mentre la stretta di mano tra il ministro degli Esteri iraniano e il primo ministro pakistano non si è fatta attendere a Davos. Proprio ieri le forze militari iraniane e pakistane hanno condotto esercitazioni navali congiunte nello Stretto di Hormuz e nella punta settentrionale del Golfo Persico con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione in ambito militare. Ad ogni modo, i pasdaran provano le loro armi dove è sempre più rilevante l’uso di droni e vettori a medio/lungo raggio. Gli iraniani avrebbero usato per uno strike in Siria contro lo Stato Islamico il nuovo missile Keibar Shekan. Raggio d’azione di 900 miglia, entrato in servizio nel 2022.
Gli Stati Uniti nel frattempo sono pronti a inserire di nuovo gli Houthi nella lista del terrorismo, elenco dal quale erano stati tolti per favorire trattative sulla guerra nello Yemen. Secondo alcuni, i miliziani filo iraniani saranno indicati come «specially designated global terrorists»: classificazione simbolica che non prevede sanzioni per chi ha rapporti con loro e non impone stop ai viaggi.
L’Unione Europea è subito pronta a seguire l’esempio degli Stati Uniti, avviando una propria operazione navale nel Mar Rosso con lo scopo ufficiale di “proteggere la navigazione commerciale” dagli Houthi. Tale mossa apre però scenari pericolosi. Lo Yemen – sostenuto dall’Iran e dalle milizie sciite dislocate in ogni Paese arabo – ha infatti dichiarato formalmente guerra a Israele per il massacro di Gaza. E ha attaccato ogni cargo e mercantile coinvolto in affari con Israele. La missione militare angloamericana, con i recenti attacchi missilistici contro lo Yemen appare dunque nei fatti un sostegno militare indiretto a Tel Aviv.
Il 22 gennaio in una riunione dei ministri degli Esteri a Bruxelles l’Unione europea deciderà di avviare una propria operazione marittima entro la fine di febbraio, a dimostrazione di non godere di nessuna autonomia politica ma di essere semplice zimbello degli USA.
Il Comitato politico e di sicurezza dell’UE ha già dato infatti la sua prima approvazione ai piani per l’invio di almeno tre cacciatorpediniere o fregate “con capacità multi-missione” nell’area, nonché per lo scambio di informazioni marittime segrete con la missione guidata dagli Stati Uniti.
L’Unione Europea inoltre voterà una risoluzione per imporre sanzioni agli “Stati che hanno facilitato gli attacchi” di Hamas, “in particolare Iran e Qatar”, con buona pace dei consumi e dei costi energetici per i cittadini dell’euro zona.
Di diversa opinione Mosca che firmerà a breve con Teheran un nuovo trattato di cooperazione bilaterale. Lo ha annunciato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, sottolineando che il nuovo accordo «coprirà nell’intero complesso i molteplici legami russo-iraniani, formalizzando a livello ufficiale la natura globale e strategica del partenariato tra Mosca e Teheran». L’accordo sarà firmato tra i presidenti di Russia e Iran. I fatti ci dicono che la scacchiera internazionale potrebbe quindi divenire presto molto rovente.