di Jeff Hoffman e Fabio Belli
“Gli Stati Uniti non hanno la più pallida idea della potenza bellica degli Houthi”. Questa l’opinione espressa da Larry Johnson, analista geopolitico già agente della CIA. A rilanciare il messaggio di Johnson è Ray McGovern, altro ex ufficiale dei servizi di sicurezza secondo cui le forze armate yemenite avrebbero il potenziale per riproporre la brutta sorpresa che gli Stati Uniti hanno subito in Vietnam.
Non sembrerebbe curarsene il primo ministro australiano, Anthony Albanese, secondo cui gli attacchi in Siria, Iraq e Yemen sarebbero una risposta adeguata che non aggraverà le tensioni nella regione.
Ma per il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani, invece, l’offensiva anglo americana sarebbe solo “un goffo tentativo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dal punto focale della crisi” in Medio Oriente, ovvero dal conflitto israelo-palestinese, la cui soluzione è “porre fine al genocidio del regime israeliano” ha detto Kanaani.
Anche dalla Cina il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha ribadito l’opposizione di Pechino a qualsiasi azione che violi la Carta delle Nazioni Unite, la sovranità territoriale e la sicurezza di altri paesi.
Dallo Yemen, intanto, gli ufficiali dell’esercito Houthi hanno ribadito la minaccia di tagliare i cavi sottomarini in fibra ottica che passano proprio sotto il Mar Rosso e alimentano i canali di comunicazione fra Europa, Africa e Medio Oriente.
Nel frattempo, gli agenti della dogana di Sarpi, in Georgia, hanno sequestrato un carico di esplosivi che, stando alle dichiarazioni del Servizio di sicurezza georgiano, era in viaggio verso Voronezh. Si tratterebbe di un lotto di esplosivi che gli ucraini avrebbero tentato di spedire in Russia, attraverso paesi terzi, per organizzare attacchi terroristici.
Il carico illegale, comprendente sei sofisticati ordigni esplosivi per un peso totale di 14 chilogrammi, era stato spedito da Odessa, poi portato in Georgia a bordo di un minivan dopo aver attraversato Romania, Bulgaria e Turchia il 19 gennaio.
La notizia, uscita sul canale televisivo Rustavi 2, parla del coinvolgimento di cittadini ucraini, georgiani e armeni che avrebbero obbedito al deputato della Rada per la regione di Odessa, Andrei Sharashidze, del partito Servo del popolo, ovvero la formazione politica del presidente Zelensky.