di Gionata Chatillard
Dopo aver trainato i BRICS come alternativa al modello occidentale in campo economico, la Russia di Vladimir Putin prova adesso a fare altrettanto in quello sportivo. Ieri, sono infatti iniziati a Kazan i Giochi del Futuro, un’iniziativa pionieristica che ha un duplice obiettivo: da un lato, riscoprire lo spirito olimpico di comunione fra i popoli attraverso una competizione libera da influenze ideologiche o politiche; dall’altro, “aprire una nuova pagina nella storia dello sport” grazie a un formato che unisce le discipline classiche a quelle virtuali.
La principale novità dei Giochi del Futuro, che si concluderanno il 3 marzo, è infatti il loro formato phygital, acronimo che fa riferimento alla commistione fra fisico e digitale. A Kazan, per esempio, non si giocherà a basket, bensì a phygital basket. Il che significa che ogni partita conterrà una fase di pallacanestro classica, seguita da una fase di pallacanestro giocata con un simulatore virtuale. Procedimenti simili verranno seguiti anche per le restanti 20 discipline della kermesse, che prevede anche battaglie tra robot e gare di laser tag.
All’inaugurazione dell’evento, a cui parteciperanno oltre 2.000 atleti provenienti da 107 paesi, era presente lo stesso Putin, che ha voluto sottolineare il carattere aperto dei Giochi del Futuro, “scevri da qualsiasi discriminazione e doppio standard”. Il riferimento è ovviamente a quanto successo negli ultimi 2 anni agli atleti russi, spesso emarginati dalla comunità sportiva internazionale a trazione occidentale. Alcuni di loro sono stati direttamente esclusi dalle competizioni; altri sono stati costretti all’abiura per poter gareggiare; e altri ancora hanno sì potuto partecipare ai tornei, ma senza che la bandiera del loro paese potesse essere mostrata sugli schermi.
Tutto ciò non succederà a Kazan. Riabilitando i canoni olimpici stipulati dal barone Pierre de Coubertin, Putin ha infatti dichiarato che alla base dei Giochi del Futuro deve esserci “l’uguaglianza di tutti gli atleti e una concorrenza leale e senza compromessi”, in modo da tornare a riunire la comunità sportiva mondiale intorno al principio della solidarietà di popoli e nazioni.