di Gionata Chatillard
In un clima sempre più infervorato, il Parlamento georgiano è riuscito ad approvare in seconda lettura il disegno di legge sugli agenti stranieri che nelle ultime settimane ha portato migliaia di persone in piazza. La norma intende obbligare a iscriversi in un apposito registro quelle organizzazioni che ricevono più del 20% dei loro finanziamenti dall’estero. Per l’opposizione si tratta di una legge liberticida volta a mettere a tacere la società civile. Per il Governo, invece, la norma intende semplicemente aumentare la trasparenza e, soprattutto, salvaguardare la sovranità della Georgia, impedendo che i capitali stranieri possano indirizzare il corso politico del paese.
Ciò che la maggioranza teme è che a Tbilisi possa riprodursi una rivoluzione colorata sul modello ucraino, trainata cioè dall’Occidente per il tramite di organizzazioni non governative con una forte presenza sul territorio. Anche perché, avverte il presidente della Commissione Esteri Nikoloz Samkharadze, nel paese sarebbero attualmente presenti circa 25.000 ONG, ovvero una ogni 148 abitanti, il 90% delle quali riceverebbe soldi proprio dall’estero. Un dispiegamento che, secondo il Governo, sarebbe parte di un più grande progetto di “guerra globale” che intende usare la Georgia come testa d’ariete contro la Russia facendo leva, ad esempio, sui diritti degli omosessuali o sulle critiche alla Chiesa Ortodossa. Non a caso Bruxelles, che lo scorso dicembre ha concesso all’ex repubblica sovietica lo status di candidato ufficiale, ha già dichiarato che la legge sugli agenti stranieri è “incompatibile” con i valori europei. Stesso identico messaggio a quello recapitato da Washington, al quale il primo ministro georgiano ha già risposto rifiutandosi di recarsi negli Stati Uniti per lanciare quello che nelle intenzioni della Casa Bianca doveva essere un nuovo “partenariato strategico” con Tbilisi.
Nel mentre, la situazione in piazza non fa che peggiorare ormai da diverse settimane, con strade bloccate, scontri violenti e decine di persone arrestate. Il centro della capitale è in buona parte paralizzato, e qualche osservatore assicura che quelle di questi giorni potrebbero essere le più grandi manifestazioni di protesta mai registrate in Georgia.
In Parlamento, la situazione non è molto diversa. Il leader del Movimento Nazionale Unito ha parlato in aula con 4 denti rotti e il volto bendato, dopo aver denunciato di essere stato picchiato dalla polizia durante le proteste. Le risse fra i deputati sono all’ordine del giorno, e diversi membri dell’opposizione sono stati espulsi dall’aula durante l’ultimo dibattito. Il disegno di legge dovrà adesso passare una terza lettura in aula prima di finire sul tavolo del presidente Salome Zurabishvili, che pur opponendosi alla norma ha comunque invitato tutti alla calma. Per il capo di Stato, il Governo non dovrebbe essere spodestato adesso dalla piazza, ma il prossimo autunno dal voto nelle urne. Sempre che non sopraggiunga la solita rivoluzione colorata a rendere superflue le elezioni parlamentari previste per il prossimo ottobre.