di Jeff Hoffman
E’ entrato in vigore il 5 maggio l’accordo di cooperazione militare siglato a Mosca il 24 aprile fra il governo di Sao Tomè e Principe e la Federazione russa.
Dopo aver lodato Mosca per i suoi sforzi nella lotta globale contro la violenza estremista del terrorismo, Jorge Amado, ministro degli Esteri di Sao Tomè e Principe, ha spiegato che pur essendo un piccolo paese di circa 230 mila abitanti la collaborazione con la Russia e altre nazioni amiche può aiutare a superare le attuali sfide per la sicurezza globale.
Durante la partnership a lungo termine, si legge dalla stampa russa e africana, Mosca e lo stato insulare africano si scambieranno le loro esperienze in settori quali l’addestramento militare congiunto, il reclutamento delle forze armate e il supporto tecnico delle truppe, che, tradotto in lingua semplice, significa che un altro stato africano si è liberato dal ricatto predatorio occidentale per entrare nella sfera di influenza russa.
Salta agli occhi che, dopo aver tagliato i ponti con la Francia, i governi militari di Mali, Burkina Faso e Niger si sono alleati con la sempre più gettonata Russia ritenendola un partner affidabile per la sicurezza.
Ciò che i tre capi di stato hanno più volte affermato è che la Russia, a differenza della Francia, è di grande aiuto per combattere le insurrezioni jihadiste che hanno infestato la regione del Sahel.
Non a caso il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, ha recentemente confermato che le forze russe sono entrate nella base militare che ospita i soldati a stelle e strisce che, seppure invitati dal governo nigerino a lasciare il paese, non hanno accolto l’invito e non hanno lasciato la base.
Austin ha commentato il fatto soltanto dopo che il solito alto funzionario anonimo della difesa degli Stati Uniti, citato dalla Reuters, ha ammesso che i soldati russi erano entrati in una base aerea vicino all’aeroporto internazionale Diori Hamani nella capitale Niamey dove erano di stanza le truppe statunitensi.
“I russi sono in un complesso separato e non hanno accesso alle forze statunitensi o alle nostre attrezzature”, ha rassicurato Austin alquanto imbarazzato.
La scorsa settimana il Pentagono aveva annunciato che ritirerà tutte le truppe dal Niger ma, guarda caso, sta comunque considerando altre opzioni per continuare le operazioni antiterrorismo nella regione.
Rispondendo alle notizie secondo cui l’esercito russo condivide una base con i soldati statunitensi ubicati in Niger, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha affermato che Mosca continuerà a rafforzare i legami con i Paesi africani in diversi settori, tra cui la difesa.
Più o meno contemporaneamente il Portogallo ha risposto alla richiesta di risarcimento di Sao Tomè e Prìncipe negando la restituzione ai paesi africani.
C’era una volta “la mia Africa”.