di Margherita Furlan e Fabio Belli
Mentre Kiev respinge la proposta di un cessate il fuoco portata da Orban, Mosca sospende la partecipazione all’Assemblea parlamentare dell’OSCE, per approcci discriminatori, doppi standard e russofobia.
L’AIEA denuncia nel frattempo attacchi di droni ucraini alla centrale nucleare di Zaporozhya, una minaccia per la sicurezza nucleare e le vite umane: otto lavoratori sono rimasti feriti; facevano parte di una squadra che stava riparando i danni causati da un precedente attacco ucraino.
La NATO avventatamente concorda di fornire assistenza militare all’Ucraina per un importo di 40 miliardi di euro nel 2025, stando alla Reuters che cita come fonte un diplomatico anonimo. Mosca comunica invece l’arresto di un cittadino francese che avrebbe trasmesso informazioni militari dal territorio russo. La guerra non si ferma. E secondo il quotidiano economico tedesco Handelsblatt, nonostante la disponibilità di Mosca e gli sforzi dell’Unione europea, il generoso governo ucraino sembra orientato a chiudere i rubinetti. L’accordo tra Gazprom e Naftogaz per la fornitura di gas russo all’Europa attraverso l’Ucraina non s’ha da rinnovare. “Mosca è pronta alla fornitura”, ha affermato il vice primo ministro, Alexander Novak. D’altronde il riconoscimento della Russia come Paese ad alto reddito da parte della Banca mondiale “non è una sorpresa, ma una realtà”, ha riferito a Sputnik il dottor Georgy Astapkovich, direttore del Centro per le ricerche di mercato della Scuola superiore russa di economia. In Russia il reddito cresce del 4-5%, con utili in doppia cifra, ha sottolineato Astapkovich, sottolineando che la forza trainante è la crescita economica.
L’economia russa è cresciuta del 3,6% nel 2023 e la performance industriale, in particolare nel settore manifatturiero, sta spingendo una crescita che non si vedeva da 20 a 30 anni. In particolare, secondo Astapkovich, l’ingegneria meccanica nell’industria militare cresce del 25-30%.
Andrey Kolganov, dottore in economia e direttore del Laboratorio di sistemi socioeconomici dell’Università statale di Mosca, ha riconosciuto che, nonostante le sfide poste dagli stimoli alla crescita, le sanzioni occidentali non sono riuscite a infliggere danni significativi all’economia russa. “L’economia russa ha mostrato un grande potenziale nell’adattarsi a queste difficoltà. Inoltre, queste difficoltà hanno stimolato lo sviluppo della produzione interna, che a sua volta ha portato ad alti tassi di crescita economica”, ha aggiunto. Kolganov ha osservato che i tassi di crescita economica sono stati più alti nel 2023 rispetto al 2022 – e ancora più alti nel 2024.
A Washington invece il New York Times si spinge a riferire che Biden “starebbe valutando se continuare la sua campagna di rielezione”. Andrew Bates, portavoce della Casa Bianca, ha subito negato l’affermazione, definendola “assolutamente falsa”. Ma, secondo Bloomberg, decine di legislatori democratici starebbero valutando di firmare una lettera con la quale chiedere a Biden di ritirarsi, mentre tra i dem sale il panico sulla possibile perdita di controllo del Congresso. Per ora la polemica position tra i candidati in sostituzione dell’attuale inquilino della Casa Bianca sarebbe Kamala Harris. Nulla di nuovo, insomma.
Tanto che Zelenskij avrebbe chiesto direttamente a Trump di presentare un piano per porre fine al conflitto. Lo riferisce la stessa Bloomberg.