di Gionata Chatillard
Esplosivi e detonatori spediti via posta e pronti per essere utilizzati in attentati terroristici sul Territorio della Federazione Russa. In questo modo operava la rete di contrabbando scoperta negli ultimi giorni da Mosca, che seguendo la pista delle indagini è arrivata dritta dritta in Italia e Germania, paesi dai quali sarebbe stato mandato il materiale in questione.
Ad annunciarlo è stato ieri l’FSB, il Servizio di Sicurezza Federale russo, assicurando di aver già smantellato questo canale di rifornimento illegale di esplosivi e di aver successivamente chiesto informazioni alle controparti di Roma e Berlino per poter identificare chiaramente i responsabili del piano e i loro fiancheggiatori. Una richiesta che, almeno per il momento, è rimasta senza risposta.
Le autorità russe, che hanno scoperto la rete di contrabbando a San Pietroburgo, riferiscono che i pacchetti sarebbero stati spediti attraverso diversi invii postali, con i congegni smontati e nascosti all’interno di pezzi di ricambio di automobili.
L’FSB ha poi ricordato che un canale simile per la spedizione di esplosivi era già stato smantellato nell’aprile dello scorso anno in Crimea. In quel caso, le persone coinvolte nel contrabbando erano state arrestate, e i servizi segreti russi erano arrivati alla conclusione che i responsabili agivano sotto la diretta supervisione del vice capo dell’ufficio del Presidente ucraino. Costui, che all’anagrafe risponde al nome di Roman Mashovets, è da allora inserito nell’elenco dei terroristi ricercati da Mosca e si trova quindi in pole position fra i principali indiziati anche per quanto riguarda la rete appena smantellata a San Pietroburgo.