di Margherita Furlan
L’esercito israeliano ha informato il governo di essere pronto per una vasta operazione di terra in Libano, una “guerra totale” con Hezbollah. Il via libera sarebbe arrivato dagli Stati Uniti dopo la visita di Netanyahu alla Casa Bianca. Stando a quanto riferito dal Canale 14 israeliano, si prevede che al ritorno, Netanyahu si recherà a Kirya (una base militare nel centro di Tel Aviv) e “da lì darà il via alle operazioni di guerra in Libano.”
D’altronde, come riporta Africa Express, la creazione di una fascia di sicurezza tra Israele e Libano del Sud ormai è alle fasi finali. L’obiettivo è neutralizzare i lanci di Hezbollah. E per riuscirci bisogna fare letteralmente terra bruciata di quella fascia di territorio confinante, anche con sistemi vietati dalle convenzioni internazionali.
Come le bombe al fosforo. L’operazione va avanti da mesi e i risultati voluti sono già stati di fatto raggiunti: per molti chilometri in territorio libanese questi ordigni hanno ridotto a sterpaglia la vegetazione, degradato l’ambiente e cancellato le colture. Secondo il ministero libanese dell’Agricoltura sono stati bruciati quattrocento ettari di terra, distrutti il sessanta per cento delle foreste, il trenta per cento dei terreni agricoli e 47 mila alberi di ulivo. L’obiettivo finale è rendere quei luoghi non più abitabili. L’altro scopo è impedire agli uomini di Hezbollah di trovare riparo e nascondersi tra gli alberi sfuggendo agli attacchi aerei e ai droni, e quindi sferrare attacchi e imboscate contro l’esercito israeliano.
Gli sfollati interni secondo fonti ufficiali sono valutati in più di centomila. Hanno abbandonato le loro abitazioni per cercare riparo dalle bombe e dagli effetti delle armi chimiche. Molti si sono spostati dove hanno potuto da parenti e conoscenti in tutto il Paese, in particolar modo a Sidone, l’ultima grande città del Sud non ancora raggiunta dagli attacchi israeliani.