di Fabio Belli
L’Africa, sempre meno legata a Occidente, ha uno sguardo volto sempre più a Levante. Gli indizi che fanno una prova vengono da altrettante decisioni di alcuni paesi del continente africano, sempre più inclini a superare qualsiasi legame del passato coloniale.
Il primo segnale in tal senso viene dal Sudafrica, dove la russa Gazprombank rimetterà in funzione una raffineria con la collaborazione della compagnia nazionale PetroSA. Una collaborazione che prevede un investimento di 20 0 milioni di dollari. Più a nord, nel Mali, la Germania ha invece dichiarato di aver posto fine alla sua partecipazione alla missione ONU nel paese. La decisione tedesca di fare le valigie, con gli ultimi 142 soldati della Bundeswehr che lasceranno la missione dopo 10 anni, avviene in seguito alle pressioni della giunta militare maliana.
Ed è proprio il Mali e gli altri due vicini alleati, Niger e Burkina Faso, che sembrano voler allargare sempre di più il solco che ormai separa l’Occidente dai Paesi africani. I tre stati del Sahel sembrano infatti proseguire imperterriti nella creazione di un’alleanza politica e monetaria dopo la liaison militare già siglata lo scorso settembre.
Inoltre il Niger, oltre a tagliare qualsiasi accordo con Francia e Unione europea, ha annunciato che a gennaio esporterà i primi barili di petrolio tramite il nuovo oleodotto che collegherà il giacimento nigerino di Agadem al porto di Cotonou, in Benin. Oleodotto avviato a novembre grazie al finanziamento di PetroChina e che prevede una quota di produzione da destinare a Niamey pari al 25,4%.