di Margherita Furlan e Fabio Belli
L’Unione Africana è diventata membro permanente dei 20 principali Paesi industrializzati e in via di sviluppo.
Lo ha annunciato il primo ministro indiano Narendra Modi, durante il vertice del G20 di Nuova Delhi appena concluso. Il blocco di 55 nazioni africane si unisce dunque all’Unione Europea come seconda organizzazione regionale membro permanente del gruppo.
Riflettori puntati sull’Africa dunque e non sulla Russia come nel precedente summit di Bali. Un aspetto, questo, rimarcato anche dal ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, secondo cui l’Occidente non sarebbe riuscito a “ucrainizzare” l’intera agenda, tanto meno a isolare la Russia.
Lavrov ha sottolineato che la dichiarazione congiunta menziona la crisi ucraina, ma solo nel contesto della necessità di risolvere tutti i conflitti in conformità con i principi della Carta delle Nazioni Unite. Prima che la dichiarazione fosse rilasciata, Reuters aveva riferito come il paragrafo sull’Ucraina fosse un passaggio molto dirimente con i paesi occidentali che spingevano per una forte condanna di Mosca, una condanna che, a quanto pare, ha trovato una ferma opposizione.
Per il capo della diplomazia russa l’Africa non vuole continuare a fornire all’Occidente materie prime in cambio di poco: “Si aggiunge valore a queste materie prime e poi tutto questo viene rivenduto per profitti molto grandi, di cui nulla finisce nei Paesi di origine delle materie prime”, ha spiegato Lavrov durante la conferenza stampa a Nuova Delhi.
Così accade che il nuovo governo del Niger accusa la Francia di dispiegare forze armate vicino alla nazione africana, in Costa d’Avorio, Senegal, Benin e altri paesi dell’ECOWAS per un futuro intervento. E il Ciad chiede il ritiro delle truppe francesi, dopo l’uccisione di un residente locale. Il tutto in seguito alle espulsioni dei francesi dalla Repubblica Centrafricana, dal Mali e dal Burkina Faso, con Niger, Gabon e Ciad in prima fila per l’allontanamento di Parigi.
Nel frattempo,il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha visitato la sede della Nuova Banca di Sviluppo BRICS a Shanghai, dove è stato ricevuto dalla presidente Dilma Rousseff. E Mosca annuncia la volontà di stabilire un regime senza visti con tutti i paesi dell’America Latina.
Al presidente americano Joe Biden non resta altro che proseguire il neo colonialismo nel Pacifico, a due passi da Pechino, per stringere accordi con il Vietnam su semiconduttori e minerali, mezzo secolo dopo il più brutale conflitto dell’era della Guerra Fredda.