di Margherita Furlan
Alla Corte Internazionale dell’Aja, mentre all’esterno dell’edificio diversi manifestanti cantavano “Palestina libera” e “Viva il Sud Africa”, oggi Israele si difendeva dall’accusa di genocidio mossa dal Sudafrica. “La richiesta dovrebbe essere respinta “per quello che è: un libello”, ha subito sottolineato Tal Becker, rappresentante di Israele. “Hamas – ha denunciato – ha sistematicamente e illegalmente incorporato la sua struttura militare in scuole, moschee, ospedali e altri luoghi sensibili”. “Questo è un metodo di guerra pianificato e ripugnante. Israele – ha aggiunto – sta lottando contro l’inumanità di Hamas”. Becker ha poi detto, riferendosi all’accusa di genocidio avanzata dal Sudafrica che ” manca totalmente l’elemento chiave di questa denuncia, ovvero l’intenzione di distruggere un popolo in tutto o in parte”.
L’accusa del Sudafrica e il vasto appoggio internazionale sembrano tuttavia causare qualche nervosismo tanto da far dichiarare a Gilad Erdan, rappresentante permanente d‘Israele presso le Nazioni Unite, che ad essere processato all’Aja dovrebbe essere proprio l’ONU, per complicità nello scavare tunnel terroristici a Gaza, nell’utilizzare gli aiuti internazionali per produrre missili e nell’incoraggiare l’odio e l’omicidio. Erdan ha sostenuto che il processo dell’Aja dimostrerebbe che l’organizzazione internazionale e le sue istituzioni “sono diventate armi al servizio dei terroristi” e ha chiesto che il procedimento venga “gettato nella pattumiera della storia”.
Durissimo lo scontro diplomatico tra Israele e Turchia. Dopo che il presidente turco, Recep Tayyp Erdogan, si è detto pronto a fornire alla corte internazionale di giustizia dell’Aja «prove» che dimostrerebbero il reato di genocidio perpetrato da Israele a Gaza, il ministro degli Esteri di Tel Aviv, Israel Katz, ha replicato ricordando il genocidio degli armeni: «Il presidente della Turchia Erdogan, un Paese con il genocidio armeno nel suo passato, ora si vanta di prendere di mira Israele con affermazioni infondate. Ricordiamo gli armeni, i curdi. La vostra storia parla da sola. Israele si difende contro i vostri alleati barbari».
L’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha dichiarato invece che Israele ha ripetutamente mancato di rispettare il diritto umanitario internazionale da quando ha lanciato la sua offensiva a Gaza. «Abbiamo più volte evidenziato i ricorrenti fallimenti di Israele nel sostenere i principi fondamentali del diritto internazionale umanitario: distinzione, proporzionalità e precauzioni nell’effettuare attacchi», ha affermato Elizabeth Throssell, portavoce dell’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (OHCHR).
Proseguono intanto le operazioni dell’esercito israeliano nel centro e nel sud della Striscia. Secondo il portavoce militare, i soldati hanno “ucciso circa 20 terroristi nel campo profughi di Maghazi a Gaza centro” e tra questi “un comandante dell’Unità Nukhba di Hamas”. Lo stesso è avvenuto – secondo la stessa fonte – a Khan Yunis, nella parte meridionale della enclave palestinese dove “è stato colpito un edificio militare della forza aerea di Hamas”. Tra i morti – ha spiegato il portavoce militare – anche un “altro comandante dell’Unità Nukhba che ha partecipato agli atti del 7 ottobre scorso”.
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