di Margherita Furlan e Fabio Belli
Gaza si prepara all’assedio totale annunciato dalle Forze armate di Israele. Hamas ha minacciato di uccidere gli ostaggi catturati durante l’incursione del 7-8 ottobre nei territori israeliani adiacenti alla Striscia: “L’esecuzione sarà la risposta agli attacchi di Tsahal contro gli edifici residenziali e le strutture civili”. I membri del “Movimento islamico di resistenza” hanno quindi minacciato di realizzare video delle esecuzioni da diffondere sulle piattaforme social. Tra gli ostaggi in mano ad Hamas si registrano anche diversi stranieri.
Nel frattempo, l’operazione israeliana Spade di Ferro (Swords of Iron) ha preso il via. La fanteria meccanizzata di Tsahal si sta dispiegando a ridosso dei confini della Striscia di Gaza tenendosi pronta a una penetrazione, mentre sono stati condotti i primi bombardamenti aerei contro la Palestina (dove è stata colpita anche una moschea). L’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito durante la notte oltre 200 obiettivi a Gaza, tra cui una moschea e un grattacielo. Obiettivi che, a loro dire, erano utilizzati da Hamas.
Successivamente il portavoce dell’esercito israeliano, tenente colonnello Richard Hecht, ha consigliato ai palestinesi di fuggire in Egitto tramite il valico di Rafah senza preoccuparsi di verificare se il passaggio fosse realmente aperto. In seguito le autorità di Gaza hanno infatti riferito di attacchi al checkpoint di Rafah, confermati anche da parte egiziana, che avrebbero preso di mira un tratto di strada tra il lato egiziano e quello di Gaza, ferendo due dipendenti palestinesi e lasciando un “buco profondo che ostruisce il movimento dei viaggiatori da e verso il lato egiziano”.
La tensione tra Egitto e Israele è inoltre accresciuta dopo che Tel Aviv ha intimato a Il Cairo di non fare entrare i veicoli umanitari a Gaza, mentre il Ministero della Sanità della Striscia di Gaza ha chiesto l’apertura di un corridoio sicuro per garantire la fornitura di aiuti medici urgenti agli ospedali locali. Il numero di civili morti nella Striscia di Gaza ha raggiunto quota 788 mentre oltre 4.000 sarebbero i feriti. Ma per l’Occidente questi sono numeri privi di vita e di significato.