di Fabio Belli
“Israele è andato oltre l’autodifesa a Gaza e dovrebbe ascoltare seriamente gli appelli della comunità internazionale e delle Nazioni Unite”.
Queste le parole del ministro degli Esteri cinese, Wang Yi, nella telefonata intercorsa con l’omologo saudita, principe Faisal bin Farhan Al Saud. Nell’occasione il capo della diplomazia di Pechino ha pesantemente criticato Tel Aviv per non voler fermare la punizione collettiva inflitta ai civili di Gaza, le cui conseguenze potrebbero scaturire ulteriori tensioni regionali e un autentico disastro umanitario.
Secondo quanto riferito da fonti cinesi, nel fine settimana Wang ha parlato anche con il segretario di Stato statunitense, Antony Blinken. Quest’ultimo ha chiesto alla Cina di usare la sua influenza in Medio Oriente per prevenire un allargamento del conflitto.
Il ministro cinese ha però ribadito le critiche a Israele anche all’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri, Josep Borrell, al ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, e a quello iraniano, Hossein Amir-Abdollahian.
Il confronto tra Amir-Abdollahian e Wang si è tenuto subito dopo il ritorno del massimo esponente della diplomazia iraniana da un tour in Iraq, Siria, Libano e Qatar, dove ha incontrato i leader dei gruppi di resistenza anti-israeliani. In tale occasione Amir-Abdollahian ha espresso preoccupazione che il conflitto a Gaza si possa estendere ad altre aree e paesi se Israele non fermerà le sue aggressioni contro i palestinesi.
Nel frattempo, l’emittente televisiva cinese CCTV ha reso noto che l’inviato speciale cinese per gli affari del Medio Oriente, Zhai Jun, sarà in visita nella regione del conflitto la prossima settimana per promuovere i colloqui di pace tra israeliani e palestinesi.